9 Maggio 2016 Festa dell’Europa per celebrare la pace e l’unità

flagEUROPASembra alquanto ironico, in un periodo come questo, festeggiare per la pace e l’unità. Stiamo assistendo, come non mai, a uno sfaldamento dell’Unione Europea in cui sembrano prevalere, a livello politico, nazionalismi e divergenze su tutto.

Eppure questa voglia di Europa c’è e continua ad animare molti, soprattutto i più giovani. Basta considerare la partecipazione al Progetto Erasmus che permette, ormai da quasi 30 anni (iniziato nel 1987), a molti studenti di frequentare, per un periodo del loro percorso universitario, Atenei di altri Paesi Membri dell’Unione Europea. Sono stati oltre 3 milioni di giovani europei che, dall’inizio a oggi, hanno aderito al Progetto con una crescita esponenziale che sta portando alla soglia dei trecentomila in questi ultimi tempi.

Questo incrociarsi di saperi, di lingue, di tradizioni, creano una sintesi perfetta di ciò che è l’Europa unita e danno la percezione immediata di cosa significa convivere nella pace a dispetto di chi crea muri contro la storia.

Accanto a questo “moto giovanile” di fare Europa vi è anche un altro movimento che mescola saperi e si tratta del movimento di tante persone che si spostano nell’Unione per lavoro o in cerca di lavoro. Spesso, per i secondi, sembra trattarsi di un movimento dovuto alla mancanza di opportunità e speranza nel proprio Paese, come potrebbe dirsi per l’Italia in considerazione dell’alto numero di persone (circa 100.000 nel 2015) che vanno in altri Paesi europei a cercare opportunità. Eppure, sebbene questo sia in parte vero, questo movimento è l’opportunità che l’Unione Europea dà. La libertà di circolazione, l’unione monetaria (anche se non ha ancora raggiunto tutti i Paesi), i regolamenti che in gran parte unificano l’acquisizione e la esigibilità dei diritti, sono parte fondante dell’opportunità che l’Europa oggi rappresenta.

Pertanto la dichiarazione che Schuman[1] fece il 9 maggio 1950 e che segna questa festa dell’Europa è più che mai attuale. Tra i passaggi più significativi:

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

Ecco! Realizzazioni concrete! E quelle citate lo sono. Le prossime generazioni sapranno mettere a frutto questo vissuto di chi le ha precedute in termini di maggiore unità e di pace in Europa e nel mondo.

Il prossimo 23 maggio ricorderemo i trenta anni dalla morte di Altiero Spinelli, uno dei Padri dell’Europa unita il cui Manifesto di Ventotene è stato il documento base su cui l’Europa si è costruita. E l’anno prossimo, il 25 marzo, festeggeremo i 60 anni dei Trattati di Roma che hanno costituito la Comunità Economica Europea (CEE), l’embrione di quello che oggi è l’Unione Europea.

Vale la pena rileggere la parte finale del Manifesto di Ventotene per rendersi conto che molto è stato fatto ma molto, molto ancora resta da fare!

“Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo.

La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà”.

 

Vai al sito del Dipartimento delle Politiche Europee

 

 

[1] Robert Schuman, Ministro degli Esteri della Francia nel 1950 considerato anch’egli uno dei Padri dell’Europa. Insieme a Jean Monnet (altro Padre dell’Europa) elaborò il Piano Schuman, noto a livello internazionale, che rese pubblico il 9 maggio 1950, la data che oggi segna la data di nascita dell’Unione europea.