Andare al lavoro in bicicletta si può

biciclettaPedalare è divertente, mantiene in forma, giova alla salute e fa bene anche all’ambiente. Un grande traguardo è stato raggiunto, una norma collegata alla Legge di Stabilità 2016 ha sancito la piena tutela dell’infortunio in itinere nel caso di utilizzo del mezzo privato “bicicletta” per i positivi riflessi sull’ambiente.

L’uso del velocipede …. deve, per i positivi riflessi ambientali, intendersi sempre necessitato”, così la norma che regola i casi di infortunio in itinere.

L’utilizzo della bicicletta è sempre necessitato dice ora la norma, vedremo come ciò verrà declinato nella pratica INAIL.

Siamo partiti bene, la pedalata c’è, ora si tratta di mantenere questa cadenza, sempre con il casco in testa!

Per il resto nulla è invariato: l’assicurazione INAIL comprende gli infortuni occorsi alle persone assicurate durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore ha più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti.

Auto o scooter

Ricordiamoci che l’utilizzo dell’automobile o dello scooter può considerarsi necessario solo in alcune situazioni, esempio:
• mezzo fornito o prescritto dal datore di lavoro per esigenze lavorative
• il luogo di lavoro è irraggiungibile con i mezzi pubblici oppure raggiungibile ma non in tempo utile rispetto al turno di lavoro
• i mezzi pubblici obbligano a attese eccessivamente lunghe
• i mezzi pubblici comportano un rilevante dispendio di tempo rispetto all’utilizzo del mezzo privato
• la distanza della più vicina fermata del mezzo pubblico deve essere percorsa a piedi ed è eccessivamente lunga.

Tornando alla bicicletta

L’INAIL sulla base delle proprie istruzioni operative datate novembre 2011 fino ad ora riconosceva l’indennizzi per infortuni in itinere occorsi utilizzando la bicicletta solo nei casi in cui il carattere “necessitato” dell’uso di tale mezzo, era dovuto all’assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto o alla non percorribilità a piedi del tragitto, considerata la distanza tra l’abitazione ed il luogo di lavoro, e laddove l’evento lesivo si verificava nel percorrere non una strada aperta al traffico di veicoli a motore ma su piste ciclabile o zone interdette al traffico.

L’INAIL ha recepito quanto introdotto dalla norma con la circolare n. 14 del 25 marzo u.s.

Per tutti i casi di infortunio in itinere su bicicletta noi ci siamo, è sempre necessario valutare bene l’accaduto e mettere in campo una tutela medico-legale adeguata.

e permetteteci una divagazione sul tema

10 buone ragioni per andare (di più) in bicicletta

(http://www.focus.it/scienza/salute/10-buone-ragioni-per-andare-di-piu-in-bicicletta)

1 – RENDE PIÙ FELICI. John Ratey, psichiatra della Harvard Medical School, nel suo libro Spark: The Revolutionary New Science of Exercise and the Brain, racconta di pazienti che dopo un anno di “cicloterapa” erano notevolmente migliorati da gravi forme di depressione. Insomma, gli scienziati che da anni studiano i benefici della bicicletta sul nostro cervello, sono concordi: pedalare abbassa lo stress e diminuisce la depressione. In una parola, regala felicità.

2 – CONTROLLA IL PESO (SPECIE NELLE DONNE). Un’ora di bicicletta fa bruciare fino 500 calorie. Secondo una ricerca pubblicata su Archives of Internal Medicine, che studiava gli effetti benefici della bicicletta su donne in pre menopausa in sovrappeso, un’ora di bicicletta, più volte alla settimana, ha effetti dimagranti.

3 – PROTEGGE IL CUORE. Diversi studi provano che la bicicletta è utile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e ne evita il peggioramento negli anziani. Il ciclismo, infatti, è uno sport di resistenza e pedalare rafforza gradualmente non solo il cuore ma anche la ventilazione polmonare.

4 – NON FA MALE ALLA PROSTATA. Non esiste un legame fra l’andare regolarmente in bici e l’insorgenza di problemi per la salute maschile, come da tempo si crede. Secondo un recente studio britannico dell’University College di Londra, i ciclisti non rischiano infezioni uro-genitali, disfunzione erettile, infertilità. I ricercatori hanno preso un campione di 5.300 ciclisti inglesi, fra i 16 e gli 88 anni, abituati a stare in sella dalle 3 alle 9 ore alla settimana per valutare le probabilità di ammalarsi di queste patologie. E i risultati ottenuti sono tranquillizzanti. Al contrario, andare in bicicletta fa bene alla zona pelvica perché attraverso la pompa muscolare delle gambe viene attivata la circolazione venosa.

5 – NON DANNEGGIA LE ARTICOLAZIONI. A differenza della corsa, il ciclismo è un sport a basso impatto: pedalando, non esercitiamo pressioni sulle articolazioni degli arti inferiori. Ecco perché è indicato per le ginocchia. Inoltre, come riporta una ricerca francese pubblicata su Journal of Electromyography and Kinesiology, effettuata su chi pratica mountain bike, rafforza tutti i muscoli delle gambe. Concludendo: chi va in bici migliora il metabolismo muscolare a vantaggio soprattutto di glutei, cosce e polpacci. Non solo. Rafforza anche i muscoli e le ossa della zona dorsale, quindi anche la schiena ne riceve benefici.

6 – DIMINUISCE L’AFFATICAMENTO. I ciclisti, nonostante la fatica che possono sopportare in lunghe e pendenti arrampicate, hanno maggior energia: secondo uno studio dell’Università della Georgia i livelli di energia di chi va in bici a ritmo moderato per almeno 3 volte a settimana, migliorano del 20%, mentre diminuisce l’affaticamento del 65%.

7 – ALLUNGA LA VITA. Più si pedala intensamente e più si allunga l’aspettativa di vita, soprattutto perché si evitano malattie cardiache. Lo sostiene uno studio danese: per le donne, dai 2 ai 3 anni in più, e per gli uomini, dai 4 ai 5 anni. Addirittura, i ciclisti del Tour de France vivono, in media, circa 8 anni in più rispetto ad altri sportivi. È il risultato di una ricerca pubblicata su International Journal of sport medicine.

8 – NON È PERICOLOSA (CON IL CASCO). La bicicletta può essere pericolosa, soprattutto in città, a causa degli incidenti stradali e dell’inquinamento. Nel 2010, negli Stati Uniti, quasi 800 ciclisti sono stati uccisi e 515.000 sono finiti al pronto soccorso. Che fare? In primis, indossare un casco omologato e della misura giusta.

Diverse ricerche più recenti, che cercano di chiarire vantaggi o svantaggi derivanti dall’uso della bicicletta, sono a favore della mobilità ciclistica: i benefici che la bici regala alla salute sono superiori ai rischi degli incidenti stradali e dell’esposizione agli inquinanti atmosferici.

9 – FA BENE AL PAESE. Secondo un recente studio pubblicato dalla Commissione economica per l’Europa dell’Onu (Unece) e dall’Ufficio regionale Oms per l’Europa, se le maggiori città europee investissero nelle due ruote e quindi nel “trasporto verde e sano”, oltre 76.600 persone potrebbero trovare lavoro (nella vendita al dettaglio di biciclette, nella manutenzione, nella fornitura di abbigliamento e accessori per ciclisti). Inoltre si potrebbero salvare circa 10 mila vite. Se Roma adottasse lo stesso modello di bike sharing di Copenaghen (città leader in Europa con il 26% del trasporto in città su due ruote) potrebbero crearsi oltre 3.200 nuovi posti di lavoro e si potrebbero salvare 154 vite in un anno.

10 – CHI VA IN BICI, PIACE DI PIÙ. Affascinante, intelligente, ecologista, altruista, generoso. Secondo uno studio della British Heart Foundation, un quarto degli inglesi pensa che i ciclisti abbiano tutte queste doti. Insomma, è il ciclista il partner ideale, altro che il calciatore.

(Fonte Focus)