Giornata Internazionale del Rifugiato

GMrifugiatoSono oltre 65 milioni i rifugiati nel mondo. Persone in fuga dalle loro terre in cui lasciano tutto: beni, affetti, la propria storia, il lavoro.

Voluta dall’Assemblea delle Nazioni Unite da oltre dieci anni, la Giornata Internazionale del Rifugiato torna puntuale come ogni anno per ricordare il dramma di milioni di persone nel mondo. Dramma che in questo ultimo anno è cresciuto.

I Paesi in cui vi è una significativa presenza di rifugiati sono: Turchia (2,5 milioni), Pakistan (1,6 mln), Libano (1,1 mln), Iran (949.400), Etiopia (736.100) e Giordania (664.100). Tra i Paesi di origine, quello che è stato più penalizzato è la Siria, con 4,9 milioni di esiliati, seguito da Afghanistan 2,7 milioni, e Somalia con 1,1 milioni (dati UNHCR).

Migliaia di persone muoiono nel tragitto verso una terra di salvezza: di alcuni conosciamo bene le morti che avvengono nell’attraversamento del Mare Mediterraneo.

Anche nei nostri Paesi, cosiddetti industrializzati, sono arrivati oltre tre milioni di richiedenti asilo provenienti da Siria, Pakistan, Afghanistan, Etiopia, Eritrea, Somalia ….

Per loro, i Paesi dell’Unione Europea, non ancora in grado di prevedere azioni comuni, hanno messo in atto misure che vanno dall’accoglienza alla chiusura ferrea dei propri confini.

Anche l’Italia è chiamata a far fronte a questo dramma. Nei Centri di Accoglienza previsti dal governo vi sono circa 111.000 persone mentre nel sistema di accoglienza dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) vi sono circa 20.000 persone.

Oltre 4.500 i minori non accompagnati giunti in Italia in questo anno.

Variegati i progetti che offrono una seconda accoglienza che intende offrire percorsi lavorativi o di formazione e orientamento, la partecipazione alla vita di comunità, l’apprendimento o il consolidamento delle competenze linguistiche, e molto altro.

Il Patronato ACLI, aderendo a un Progetto di Caritas ItalianaProtetto: Rifugiato a casa mia” , contribuisce con i propri servizi a rendere concreto l’inserimento territoriale, in particolar modo per quanto riguarda gli aspetti burocratici per la stabilità legale e per l’inserimento socio-lavorativo.