Istat: gli stranieri nel mercato del lavoro italiano

L’Istat pubblica il nuovo approfondimento tematico sull’integrazione di stranieri e naturalizzati nel mercato del lavoro in Italia, riferito al secondo trimestre del 2014.

Il calo del tasso di occupazione degli stranieri è più accentuato che nella popolazione italiana. Fenomeno già registrato presso i nostri Sportelli Immigrati che ha portato nel concreto alla trasformazione del permesso di soggiorno per lavoro, a permesso per attesa occupazione, con inevitabili ripercussioni sulle famiglie dei lavoratori, in particolare sui figli: l’incertezza della stabilità in Italia a scapito della continuità scolastica.

La scarsa conoscenza della lingua italiana (33,8%), il mancato riconoscimento del titolo di studio conseguito all’estero (22,3%) e i motivi socio-culturali (21,1%) sono i tre maggiori ostacoli che l’Istat rileva sull’integrazione degli stranieri nel mercato del lavoro in Italia.

Vi è anche la percezione da parte dei lavoratori stranieri, soprattutto tra le lavoratrici, di svolgere un lavoro poco qualificato rispetto al titolo di studio conseguito e alle competenze professionali acquisite.

Questioni queste affrontate anche nel corso di un recente seminario Patronato Acli, dove dall’analisi statistica dei servizi erogati dalle nostre sedi territoriali emerge che alla consulenza e al supporto professionale per il conseguimento di una prestazione o di un diritto, sono sempre più necessari percorsi di integrazione socio-culturali partendo dalla conoscenza della lingua italiana. A questo si aggiungono le richieste di riconoscimento dei titoli di studio conseguiti e delle qualifiche professionali acquisite nel paese di origine. In Italia ottenere questi riconoscimenti è un percorso lungo e a ostacoli, troppi sono gli interlocutori istituzionali coinvolti. Sarebbe necessario riformare questo settore rendendolo più agevole.

Una convenzione tra Università per Stranieri di Siena e Patronato Acli per l’attivazione dell’Esame CILS (Certificazione della Lingua Italiana per Stranieri), contribuisce a facilitare la conoscenza e l’apprendimento per i cittadini stranieri della lingua italiana.

Questo il nostro contributo, come Patronato Acli, per una integrazione dei migranti e delle loro famiglie nel contesto sociale e culturale dell’Italia.

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L’integrazione degli stranieri e dei naturalizzati nel mercato del lavoro

L’Istat presenta i principali risultati dell’approfondimento tematico sull’integrazione di stranieri e naturalizzati nel mercato del lavoro, rilevato nel secondo trimestre del 2014 nell’ambito della Rilevazione sulle forze di lavoro, con nuovi contenuti rispetto a quello realizzato nel 2008. I temi dell’approfondimento sono il livello di integrazione nel mercato del lavoro e gli eventuali ostacoli incontrati.

Nel secondo trimestre 2014 gli stranieri rappresentano l’8,6% della popolazione residente di 15-74 anni, i naturalizzati italiani l’1,3%. La ricerca di un lavoro è il motivo della migrazione in Italia per il 57% degli stranieri nati all’estero e per un terzo dei naturalizzati.

Dal 2008 al 2014 il tasso di occupazione degli stranieri ha subìto una contrazione di 6,3 punti, molto più accentuata rispetto a quella dei naturalizzati e degli italiani dalla nascita (-3,0 e -3,3 punti, rispettivamente). Al contempo, il tasso di disoccupazione degli stranieri è quasi raddoppiato rispetto a sei anni prima (+7,1 punti rispetto a +5,2 per gli italiani dalla nascita).

Nel secondo trimestre 2014, il 59,5% degli stranieri ha trovato lavoro grazie al sostegno della rete informale di parenti, conoscenti e amici (38,1% i naturalizzati, 25% gli italiani).

Il 29,9% degli occupati stranieri 15-74enni dichiara di svolgere un lavoro poco qualificato rispetto al titolo di studio conseguito e alle competenze professionali acquisite, percentuale che scende al 23,6% tra i naturalizzati e all’11,5% tra gli italiani.

Più spesso degli uomini le donne percepiscono di svolgere un lavoro poco adatto al proprio titolo di studio e alle competenze maturate, soprattutto quando si tratta di straniere (sono stimate circa quattro occupate su dieci). Polacche, ucraine, filippine, peruviane, moldave e romene sono le più penalizzate.

Non essere italiano dalla nascita rappresenta un ostacolo per trovare un lavoro, o un lavoro adeguato, per il 36,2% degli stranieri e il 22% dei naturalizzati. La scarsa conoscenza della lingua italiana (33,8%), il mancato riconoscimento del titolo di studio conseguito all’estero (22,3%) e i motivi socio-culturali (21,1%) sono i tre ostacoli maggiormente indicati dal campione intervistato. (Fonte ISTAT)