Licenziamento ingiusto: quali tutele dopo il Job Act?

quesitoLavoro da 5 anni come barman. 15 giorni fa sono stato licenziato per riduzione del personale. Il bar però non è in crisi e credo che il mio licenziamento non sia giustificato. Cosa posso fare?

Un lavoratore che voglia tutelarsi da un licenziamento che ritiene ingiusto deve come prima cosa impugnarlo. L’impugnazione è un atto scritto con il quale il lavoratore dichiara di opporsi al licenziamento, dichiarando che a parere suo non ne sussistono i requisiti; deve essere fatta tassativamente entro 60 giorni dalla data del licenziamento. A questo punto è possibile che le parti trovino un accordo per risolvere la controversia. In caso contrario, per proseguire nel percorso di tutela, il lavoratore deve depositare il ricorso in Tribunale entro 180 giorni.

Se il lavoratore presenta ricorso in Tribunale sarà il giudice a decidere in merito alla controversia: se il giudice accerta l’insussistenza dei motivi che hanno portato al licenziamento la tutela del lavoratore varia a seconda dei casi.

Nella generalità delle situazioni il lavoratore ingiustamente licenziato ha diritto ad un risarcimento la cui entità è pari a 2 mesi di retribuzione per ogni anno di anzianità aziendale, per un importo compreso fra 4 e 24 mensilità; per i lavoratori di aziende con meno di 15 dipendenti l’importo spettante è pari ad una mensilità per ogni anno di servizio, fino ad un massimo di 6 mensilità.

La reintegrazione sul posto di lavoro è prevista unicamente per i lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti che hanno subito un licenziamento disciplinare per il quale il giudice accerti l’insussistenza del fatto contestato. Si tratta dunque di un’ipotesi molto marginale.

Tutele differenti sono previste per i licenziamenti discriminatori, per quelli intimati in forma orale o affetti da vizi formali.