Pensioni, il Governo ha firmato il Decreto sull’APe Volontario

Il Governo ha firmato il testo definitivo del decreto attuativo dell’Ape volontario e questa è la notizia.

Tra qualche giorno il provvedimento diverrà operativo dopo la registrazione alla Corte dei Conti e dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si attende anche l’accordo quadro con ABI (Associazione Bancaria Italiana) che definisca il tasso d’interesse da applicare al prestito, e l’intesa con l’ANIA (Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici) che definisca i premi assicurativi per la premorienza / modalità e termini dell’adesione. I Ministeri competenti, Ministero Economia e Finanze e Ministero Lavoro e Politiche Sociali, avranno tempo 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

In pensione prima con un prestito bancario…

L’APe Volontario è a tutti gli effetti un prestito bancario, garantito da un’assicurazione privata contro il rischio premorienza che, una volta raggiunti i requisiti per la normale uscita di vecchiaia, il lavoratore – pensionato comincerà mese per mese a ripagare tramite trattenute alla fonte sulla sua pensione operate direttamente dall’INPS. Per i successivi venti anni.

…oppure con una rendita dalla previdenza complementare

C’è da attendere dunque per le domande di certificazione dei requisiti per poter accedere all’APe Volontario e anche per le domande di accesso alla rendita integrativa temporanea anticipata (RITA), che è l’altra misura contenuta nella legge di bilancio del 2017 rivolta a coloro che hanno aderito, nella propria vita lavorativa, ad una forma di previdenza complementare.

La RITA consiste infatti nella possibilità, se il rapporto di lavoro è cessato (per qualsiasi ragione), di ricevere in tutto o in parte (a seconda delle proprie esigenze) il capitale accumulato presso fondi di previdenza complementare, sotto forma di rendita temporanea, fino al conseguimento del requisito di accesso nel sistema pensionistico obbligatorio. Cioè sino ai 66 anni e 7 mesi di età. Per accedere allo strumento gli interessati devono risultare in possesso dei medesimi requisiti chiesti per conseguire teoricamente l’APE volontario, certificati dall’Inps. E per questa ragione la misura non è potuta decollare prima dell’avvio dell’anticipo volontario.

Requisiti

Intanto possiamo ricordare i requisiti ed indicare le principali novità introdotte nel testo definitivo del decreto.

L’APE volontario (e quello aziendale) è un istituto sperimentale; il periodo di sperimentazione va dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018. Alla luce dei ritardi, in ottemperanza delle indicazioni fornite dal Consiglio di Stato, il cittadino potrà (se lo riterrà opportuno) chiedere la retrodatazione del prestito pensionistico ottenendo gli arretrati da maggio di quest’anno.

L’APE volontario può essere chiesto da chi:

  • ha compiuto almeno 63 anni,
  • può far valere almeno 20 anni di contribuzione,
  • ha maturato un importo di pensione tale da garantire il pagamento di un rateo di pensione – al netto della rata di restituzione del prestito – non inferiore ad 1,4 volte il trattamento minimo (circa 702,65 euro al mese).

L’Ape Volontario ha una durata minima di 6 mesi ed un importo minimo di 150 euro, ma ha anche una durata massima di 3 anni e 7 mesi.

Se l’accesso alla pensione dovesse slittare a seguito dell’incremento dell’aspettativa di vita previsto per il 2019, il decreto contiene un sistema che consenta al futuro pensionato di accedere ad un prestito più lungo.

La materia non è semplice e le decisioni che ne derivano altrettanto. Con queste “misure” la rigidità della legge Fornero per l’uscita anticipata dal lavoro viene ridotta in parte e a caro prezzo.

È sempre importante però avere chiari tutti gli elementi per prendere una decisione ponderata e consapevole.

Vi aspettiamo nei nostri uffici per la verifica del possesso dei principali requisiti ed il costo approssimativo dell’operazione.