Più di 3.800 domande di certificazione precoci in soli 3 giorni!

Per l’inoltro delle domande di certificazione del diritto alla pensione anticipata quali precoci (cosiddetta quota 41) c’è tempo fino al 15 luglio.

La pensione anticipata precoci è un istituto non sperimentale (come APe sociale e per APe volontario) ma lo Stato ha fissato un tetto massimo di spesa.

Attenzione quindi perché le risorse annualmente disponibili sono limitate e l’INPS emetterà certificazioni con decorrenza nell’anno solo per chi rientra nei fondi disponibili. I criteri sono legati al momento di maturazione del requisito ma in caso di parità, sarà determinante la data e l’ora di invio della domanda di certificazione.

In soli 3 giorni (18/20 giugno) sono state inoltrate quasi 4000 domande!

È importante verificare se si hanno i requisiti (il nostro test può aiutarti in questo) e inoltrare la domanda di certificazione.

L’’INPS verifica la sussistenza, almeno in prospettiva, di tutti i requisiti e la disponibilità dei fondi che sono stati messi a bilancio per finanziare l’uscita anticipata dal mondo del lavoro ed entro il 15 ottobre rilascerà le certificazioni.

Cosa fare?

1) verifica se sei un precoce

Sei precoce se prima di compiere il 19° anno di età hai prestato attività lavorativa per almeno 12 mesi.

Ricorda: attività lavorativa effettiva, con regolare contribuzione versata, non il periodo corrispondente al riscatto di laurea e neppure quello per il servizio militare.

2) verifica quando raggiungi i 41 anni di contribuzione

Se raggiungi i 41 anni entro il 31/12/2017 devi attivarti entro il 15 luglio, se li raggiungi nel 2018 ti attiverai entro il 1° marzo 2018, ecc. ecc.

Per raggiungere i 41 anni sono utili tutti i contributi previdenziali che hai versato.

3) verifica se ti trovi in una delle 5 categorie di disagio tutelate

Non tutti i precoci possono accedere alla pensione anticipata con “solo” 41 anni di contribuzione (ricordiamo che il requisito ordinario è pari a 41 anni e 10 mesi per le donne ed a 42 anni e 10 mesi per gli uomini) ma solo quelli che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • Disoccupato a causa di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale ex art. 7 L. 604/66, che abbiano terminato da almeno 3 mesi la fruizione dell’indennità contro la disoccupazione.
  • Lavoratore che assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di 1° grado convivente con disabilità grave.
  • Invalido civile in misura non inferiore al 74%.
  • Lavoratore addetto a lavorazioni gravose nel settore dell’industria estrattiva, edili, conciatori, camionisti, macchinisti convogli ferroviari e personale viaggiante, addetti a gru e macchine escavatrici, insegnanti dell’infanzia ed educatori asili nido, addetti all’assistenza e cura di persone non autosufficienti, personale infermieristico ed ostetrico soggetto a lavoro a turni, facchini, operatori ecologici, addetti alle pulizie. L’attività gravosa deve risultare svolte continuativamente ed ininterrottamente da almeno 6 anni. È ammesso al beneficio chi ha avuto interruzioni o sospensioni dell’attività gravosa inferiori a 12 mesi negli ultimi 6 anni purchè abbia svolto l’attività gravosa nel 7° anno e possa quindi raggiungere il requisito dei 6 anni di attività continuativa.
  • Lavoratore addetto a mansioni usuranti per almeno metà della propria vita lavorativa o per almeno 7 anni nell’ultimo decennio.

Il Patronato Acli c’è!

Se ti sembra di avere tutti i requisiti, vieni nei nostri uffici. Gli operatori del Patronato Acli possono aiutarti ed assisterti nella verifica dei requisiti e nell’invio della domanda. Puoi recarti nei nostri uffici negli orari di apertura liberi al pubblico (vista l’imminente scadenza) o fissare un appuntamento (tramite il sito, se la sede ha previsto tale possibilità).

Sul sito nella sezione “trova la sede più vicina” trovi indirizzi, recapiti ed orari di apertura dei vari uffici zonali e provinciali.