Storie di ricongiungimento familiare: Sakina e le sue figlie dal Marocco

Il Marocco è africano, il Marocco è anche arabico, il Marocco è incredibilmente vicino all’Europa: ecco lo sfaccettato cuore di un bellissimo Paese. Nei secoli, questi meravigliosi territori hanno ospitato viaggiatori, mercanti africani, europei, dell’Est. Ma oggi il Marocco è anche terra di  migranti, le cui difficoltà di vita sono sempre difficili da immaginare. E ancor più arduo è mettersi nei panni di chi rimane e vede partire i cari in cerca di fortuna. Un nuovo abbraccio avviene tempo dopo, quando chi è partito finalmente torna a prendere chi è rimasto e lo conduce nel luogo dove ricostruire la loro vita, insieme.

Il ricongiungimento familiare presenta le difficoltà per chiunque, anche per i migranti provenienti dal Marocco: l’arrivo, il gap linguistico e culturale da colmare, l’ansia mista al sollievo dell’adattamento al nuovo Paese. Lo sa bene la famiglia di El Hailouli Hadj – uomo marocchino, marito e padre di tre bambine, in Italia da diversi anni – che si appresta a ottenere l’agognato ricongiungimento, dopo aver presentato domanda attraverso il Progetto Form@. A raccontare le sensazioni e l’aiuto ricevuto dagli operatori del Progetto è Sakina, moglie di El Hailouli Hadj, insieme alle due figlie maggiori di sei e otto anni.

Ho 44 anni e sono nata e cresciuta in Marocco, dove lavoro come parrucchiera ed estetista, accudendo le mie tre bimbe”, racconta Sakina. Da quando suo marito è partito per l’Italia in cerca di un futuro migliore, Sakina vive insieme ai genitori e alle sue figlie. La donna ci racconta le sue passioni, le sue speranze: “Amo scoprire nuovi posti e nuove culture. Vorrei tanto che, una volta giunte in Italia, alle mie bambine venisse garantita una buona formazione scolastica. Mi piacerebbe trovare un lavoro, avere l’accesso alla sanità e ai diritti sociali”, prosegue. Eppure Sakina, come le sue piccole, un po’ spaventata lo è stata: “Non nascondo di aver avuto qualche timore all”idea di dover lasciare il mio Paese, i miei genitori, le mie radici. Ma per fortuna c’è il Progetto Form@”. Il personale di Form@, infatti, ha riempito di premure e attenzioni la quarantaquatrenne e le sue bimbe, offrendo una formazione che ha posto l’accento sulla conoscenza della lingua, sull’educazione civica e sullo studio del patrimonio culturale e valoriale del Paese di destinazione.

Insegnamenti di cui hanno giovato anche le tre preziose gemme di El Hailouli Hadj e di Sakina. “Mi piace tanto divertirmi con le mie due sorelle e disegnare. Vorrei tanto arrivare in Italia per vivere assieme alla mia famiglia riunita”, ci racconta la secondogenita, che ha solo sei anni ma ha tanta forza e voglia di riabbracciare il suo papà. Anche la maggiore delle bambine, che di anni ne ha otto, ama studiare e giocare. “A scuola mi piace essere la prima della classe. Non vedo l’ora di partire per l’Italia, dove abita e lavora il mio papà. Lui mi manca tanto”, racconta la piccola.

A breve, Sakina e le tre bambine lasceranno il Marocco, dove hanno concluso il loro percorso di formazione pre-partenza. Abbandoneranno le incantevoli moschee, i palazzi e tutti quei dettagli che, ancora oggi, testimoniano la commistione tra cultura africana, araba e francese. Sakina e le tre bambine oggi guardano le spiagge, da cui si scorge il Mediterraneo. Da cui si scorge il sorriso di El Hailouli Hadj: quel marito, quel papà che presto non sarà più lontano.

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