Patronato Acli https://www.patronato.acli.it Tue, 03 Jun 2025 08:29:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.2.21 https://www.patronato.acli.it/wp-content/uploads/2017/11/Logo_favicon32-1.png Patronato Acli https://www.patronato.acli.it 32 32 Pensione di vecchiaia nella scuola: prepararsi senza sorprese  https://www.patronato.acli.it/pensione-di-vecchiaia-nella-scuola-prepararsi-senza-sorprese/ Tue, 03 Jun 2025 08:29:12 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40396

Nel comparto scuola, i requisiti per andare in pensione di vecchiaia sono simili a quelli degli altri lavoratori, ma ci sono alcune differenze importanti. Vediamo quali sono i requisiti necessari per accedere alla pensione nel 2025. 

Requisiti per la pensione di vecchiaia del sistema “misto” 

– 67 anni di età entro il 31 dicembre 2025; 

– 20 anni di contribuzione entro il 31 agosto 2025. 

 

Pensione di vecchiaia del sistema contributivo (nuovi iscritti alla Gestione Pubblica ex Inpdap dal 1° gennaio 1996): 

  • Età di 67 anni entro il 31 dicembre 2025; 
  • Almeno 20 anni di contribuzione entro il 31 agosto 2025; 
  • Importo pensionistico non inferiore a una volta l’Assegno Sociale INPS (538,69 euro mensili). 

 

La finestra di uscita 

Negli altri settori, la pensione decorre dal mese o dal giorno successivo al compimento dell’età. Tuttavia, nel comparto scuola, si considera un’unica finestra di uscita valida per tutti i dipendenti: il 1° settembre dell’anno in cui si maturano i requisiti, tenendo quindi conto dell’anno scolastico e non dell’anno solare. 

Un esempio concreto: 

  • Se si raggiungono i 67 anni a dicembre, è possibile andare in pensione già da settembre dello stesso anno con 66 anni e 8 mesi. 
  • Se si compiono i 67 anni a marzo, occorrerà comunque attendere settembre per accedere a pensione con 67 anni e 5 mesi. 

I 20 anni di contributi devono in ogni caso essere maturati entro il 31 agosto dell’anno di riferimento. 

La domanda di dimissioni 

Le dimissioni seguono il calendario scolastico. Il ministero dell’istruzione pubblica ogni anno un decreto che fissa i parametri e la data entro la quale presentare la domanda di dimissioni. 

Nel caso in cui i 67 anni siano compiuti dopo il 1° settembre, è necessario presentare la domanda di dimissioni. Se i 67 anni sono compiuti entro il 31 agosto, si sarà collocati a riposo d’ufficio e non sarà necessario presentare la domanda di dimissioni. 

Si consiglia di presentare la domanda di pensione entro febbraio dell’anno in cui si va in pensione, anche se questa non è una scadenza perentoria. 

 

Consulenza personalizzata  

Gli Operatori del Patronato Acli sono a disposizione per assisterti nella verifica dei diritti e nella compilazione e invio della tua domanda di pensione: Trova la sede più vicina oppure Prenota il tuo appuntamento 

 

Caterina Giungato 

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La visita del medico “fiscale”: come funziona in caso di infortunio sul lavoro? https://www.patronato.acli.it/la-visita-del-medico-fiscale-come-funziona-in-caso-di-infortunio-sul-lavoro/ Tue, 27 May 2025 08:38:12 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40365 C’è una domanda che ci viene spesso posta dai lavoratori e dalle lavoratrici che hanno subìto un infortunio: devo rispettare degli orari di reperibilità? È possibile che, come accade in caso di malattia, un medico effettui un controllo al mio domicilio? 

Anzitutto chiariamo che la “visita fiscale” è la procedura, in base alla quale, un medico legale inviato dall’Ente previdenziale si reca presso l’abitazione del lavoratore per verificare l’effettivo stato della malattia. La normativa prevede delle precise fasce di reperibilità e qualora il lavoratore non sia presente, può scattare un meccanismo sanzionatorio (perdita del diritto all’indennità economica). Questo è ciò che accade in caso di malattia comune gestita dall’Inps. 

In caso di infortunio, la situazione è diversa: i controlli in questo caso sono di competenza dell’Inail e comunque teoricamente possibili. Tuttavia, l’Inail stesso ha più volte chiarito che non procede ad effettuare controlli domiciliari come accade per l’Inps e di conseguenza non vi sono fasce di reperibilità obbligatorie. Tali controlli, come avviene nella quasi totalità dei casi, avvengono attraverso una o più convocazioni del lavoratore stesso presso la sede Inail competente. Obbligo del lavoratore è di dare seguito a tale chiamata, presentandosi e sottoponendosi alla visita di controllo (salvo giustificato motivo). Inoltre, l’interessato non può rifiutare, se non per giustificato motivo, le cure mediche e chirurgiche che l’Inail ritiene necessarie per la guarigione. 

In sostanza, il lavoratore infortunato può si uscire di casa senza dover rispettare specifici orari di reperibilità, mantenendo però condotte tali da non pregiudicare la guarigione. Si consideri però che, i vari contratti di lavoro, potrebbero prevedere un obbligo di reperibilità in determinate fasce orarie anche in caso di infortunio. Se il lavoratore dovesse venir meno a tale obbligo potrebbero scattare sanzioni disciplinari ad opera del datore di lavoro stesso, senza che però venga meno il diritto all’indennità temporanea per infortunio pagata dall’Inail. Si tratta di un principio stabilito dalla Corte di Cassazione, la cui “adozione” all’interno dei singoli contratti di lavoro va verificata. 

Se hai subìto un infortunio sul lavoro, contatta la nostra sede più vicina per avere tutta l’assistenza amministrativa e medico legale necessaria per proteggere i tuoi diritti. 

 

 

Massimo Calestani

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NOVITA’ NASPI 2025: restrizioni per chi si dimette https://www.patronato.acli.it/novita-naspi-2025-restrizioni-per-chi-si-dimette/ Fri, 23 May 2025 08:20:40 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40339

La legge di bilancio 2025 introduce condizioni più stringenti legate alla maturazione del requisito contributivo per il diritto alla naspi qualora chiesta in epoca successiva alla cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni volontarie o risoluzione consensuale. 

 

Occorre innanzi tutto chiarire che il diritto alla naspi resta vincolato alla cessazione involontaria del rapporto di lavoro (licenziamento, fine contratto a tempo determinato, ecc.). La norma quindi non prevede la possibilità di ottenere la disoccupazione a seguito di dimissioni, ma, al contrario, inasprisce i requisiti qualora nei 12 mesi precedenti la teorica decorrenza della naspi il lavoratore abbia cessato un precedente rapporto di lavoro per dimissioni o risoluzione consensuale.  

 

In questa ipotesi è necessario avere almeno 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi precedenti l’inizio della naspi.  

La restrizione, quindi, opera su quei lavoratori che nei 12 mesi successivi la cessazione per dimissioni intraprendono un nuovo rapporto di lavoro. Questi devono maturare almeno 13 settimane nel periodo successivo alle dimissioni per aver diritto alla naspi. 

È altresì importante sapere che, a partire dal 01/01/2025, anche l’assenza ingiustificata superiore a 5 o 15 giorni – in base ai rispettivi CCNL- può essere considerata come implicita dimissione volontaria (prima invece determinava il licenziamento), con conseguente perdita del diritto a percepire l’indennità naspi e l’applicazione del nuovo requisito in caso di successiva cessazione involontaria. 

Se hai dubbi gli operatori del PATRONATO ACLI sono a tua disposizione per verificare la tua posizione e indirizzarti al meglio, Trova la sede a te più vicina 

 

Diana Lomartire 

 

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Disabili non autosufficienti, come ottenere l’indennità di accompagnamento https://www.patronato.acli.it/disabili-non-autosufficienti-come-ottenere-lindennita-di-accompagnamento/ Tue, 20 May 2025 16:39:23 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40321

L’indennità di accompagnamento si rivela uno strumento fondamentale per le persone che, a causa di un impedimento fisico o psichico, si trovino nella condizione di impossibilità a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o di incapacità nel compiere gli atti della vita quotidiana.

Le principali caratteristiche:

– Nessun limite di età

– Nessun limite di reddito

– Nessuna trattenuta fiscale

– Nessuna incompatibilità con il lavoro

L’accompagnamento è una prestazione economica che può essere riconosciuta a qualunque età e senza limitazioni derivanti dal reddito personale o coniugale. L’importo fisso stabilito per il 2025 è pari a 542.02 euro al mese. Viene erogata per 12 mensilità e non è fiscalmente imponibile, ma non può essere erogata per periodi di ricovero a carico del Servizio Sanitario Nazionale superiori ai 29 giorni.
L’indennità è compatibile e cumulabile con l’attività lavorativa e con altri trattamenti previdenziali e assistenziali.

Cosa occorre per il riconoscimento:

  • Residenza in Italia
  • Inoltro del certificato medico e della domanda a Inps
  • Valutazione della commissione medico-legale

Il cittadino residente in Italia può richiedere al proprio medico di base il certificato medico telematico per il riconoscimento o l’aggravamento dell’invalidità civile e dell’handicap. Questo passaggio non sostituisce l’inoltro a Inps dell’apposita Domanda che potrà essere trasmessa dal Patronato Acli entro 90 giorni dall’emissione del certificato medico.

In seguito una Commissione medico-legale convocherà il cittadino o deciderà di visitarlo sulla base degli atti trasmessi. Predisporre un’adeguata documentazione medica che certifichi la condizione di non autosufficienza, è un passaggio fondamentale.

In seguito alla valutazione medico-legale il cittadino riceverà un verbale sanitario completo di diagnosi che potrà contenere la dicitura specifica utile all’erogazione dell’indennità di accompagnamento.
Anche se i tempi possono essere lunghi, la prestazione spetta dal primo giorno del mese successivo la presentazione della domanda.

L’iter burocratico per il riconoscimento dell’invalidità civile risulta spesso complesso per il cittadino interessato o per i familiari, per questo consigliamo di avvalersi del supporto del Patronato Acli nelle diverse fasi che la persona dovrà attraversare dall’esordio della condizione invalidante fino all’eventuale congruo riconoscimento delle provvidenze spettanti.

Affidati al Patronato Acli e trova la sede più vicina al tuo domicilio

 

Ilenia Curti

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Assegno Sociale INPS per chi ha 67 anni senza pensione da lavoro https://www.patronato.acli.it/assegno-sociale-inps-per-chi-ha-67-anni-senza-pensione-da-lavoro/ Fri, 16 May 2025 08:37:02 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40276

L’assegno sociale è una prestazione assistenziale destinata a coloro che hanno raggiunto i 67 anni di età ma non possiedono i contributi necessari per la pensione di vecchiaia.

Per accedere a questa prestazione, è necessario soddisfare il requisito anagrafico, avere una residenza continuativa in Italia da almeno 10 anni e rispettare determinate soglie di reddito.

L’importo pieno dell’Assegno Sociale, in caso di redditi personali uguali a zero, per il 2025, è di euro 538,69, pagato per tredici mensilità, esente Irpef.

Tale importo varia in base ai redditi personali e/o coniugali.

Si perde il diritto all’assegno sociale se con i propri redditi si supera:

  • euro 7.002,97 per chi non è coniugato
  • euro 14.005,94 per chi è coniugato

Possono accedere, se residenti in Italia:

  • i cittadini italiani;
  • i cittadini comunitari iscritti all’Anagrafe del comune di residenza;
  • i cittadini extracomunitari familiari di cittadino comunitario
  • i cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e ai cittadini stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria.

Importante da ricordare che non vengono riconosciuti arretrati, quindi la domanda sarebbe opportuno presentarla prima del compimento dei 67 anni.

Come e quando fare domanda  

Il pagamento dell’Assegno sociale inizia dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Quindi, non aspettare l’ultimo mese utile, fatti consigliare sui tempi e modalità dal Patronato Acli.

Per fare domanda rivolgiti al Patronato Acli, ti offrirà una consulenza gratuita e personalizzata. I nostri operatori ti aiuteranno a compilare e inviare la domanda in via telematica all’INPS, verificando la tua situazione e i tuoi diritti.

Tiziana Teresi

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Pensione di vecchiaia: i contributi figurativi contano https://www.patronato.acli.it/pensione-di-vecchiaia-i-contributi-figurativi-contano/ Tue, 13 May 2025 16:21:49 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40249 Pensione di vecchiaia: i contributi figurativi contano

Hai raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia, ma non sei sicuro di avere almeno 20 anni di contributi a causa di periodi di malattia o disoccupazione? Di seguito verranno fornite alcune informazioni per chiarire questo aspetto.

Pensione di vecchiaia e contributi figurativi

Per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario avere almeno 67 anni e 20 anni di contributi. Il requisito contributivo può essere raggiunto anche sommando ai contributi versati i contributi figurativi.

La contribuzione viene generalmente versata durante l’attività lavorativa. Tuttavia, ci sono alcuni periodi in cui, pur non essendoci una prestazione, vi è l’accredito di contributi “virtuali”, senza un reale versamento e senza costo a carico del lavoratore e del datore di lavoro. Anche questi periodi possono essere computati ai fini del raggiungimento dei 20 anni di contributi utili per la pensione di vecchiaia.

Tra i periodi coperti da contribuzione figurativa, segnaliamo:

  1. Durante un rapporto di lavoro i periodi di:
  • assenza per malattia
  • assenza per infortunio
  • congedo di maternità e parentale
  • cassa integrazione
  • permessi e congedi straordinari per handicap
  1. In assenze di un rapporto di lavoro, i periodi di.
  • disoccupazione con indennità Naspi
  • maternità extra lavorativa, se sussistono i requisiti
  • servizio militare obbligatorio

L’accredito figurativo in alcuni casi è riconosciuto d’ufficio, in altri su domanda dell’interessato da presentare all’INPS.

Consulenza personalizzata

Per un’attenta verifica, consigliamo una consulenza personalizzata, quando si parla di pensione e di diritti nulla va lasciato al caso. Il Patronato Acli è a tua disposizione, puoi passare in sede o fissare un appuntamento in autonomia direttamente dal nostro sito web, alla sezione Prenota il tuo Appuntamento.

Non esitare a contattarci per ricevere tutte le informazioni di cui hai bisogno!

 

Chiara Pozzi

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Bonus nuove nascite e bonus nido: novità 2025 https://www.patronato.acli.it/bonus-nuove-nascite-e-bonus-nido-novita-2025/ Thu, 08 May 2025 08:08:50 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40225

La Legge di Bilancio ha introdotto una nuova misura per i bambini nati o adottati nel 2025, il Bonus nuovi nati, e ha esteso il Bonus asilo nido. Di seguito analizziamo nel dettaglio le due prestazioni.

Bonus nuovi nati  

Si tratta di un contributo una tantum di 1000 euro per ogni bambino nato o adottato durante l’anno 2025, erogato a domanda dall’INPS a supporto delle famiglie che soddisfino i seguenti requisiti:

Giuridici: il genitore deve essere residente in Italia e avere cittadinanza italiana o comunitaria. Spetta ai cittadini extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno UE di lungo periodo, un permesso unico per lavoro o ricerca di durata superiore ai sei mesi, o altre tipologie di permesso di durata non inferiore a un anno.

Familiari: il bambino deve essere nato, adottato o in affido pre-adottivo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025. Il bonus può essere richiesto in alternativa da uno dei due genitori, purché convivente con il figlio.

Economici: essere in possesso di un ISEE non superiore a 40.000 euro (nel calcolo non sarà considerato l’importo dell’assegno unico)

La domanda deve essere presentata entro 60 giorni dalla nascita (o dall’ingresso in famiglia) tramite procedura telematica attraverso il portale dell’INPS. Per gli eventi avvenuti prima del 17 aprile, data di rilascio della procedura Inps, il termine di presentazione è il 15 giugno.

Bonus asilo nido: nuovo calcolo ISEE e incremento importo

La Legge di Bilancio 2025 proroga il bonus asili nido con due novità:

  1. Esclude dal calcolo dell’ISEE le somme ricevute per assegno unico.
  2. Riconosce una maggiorazione di 2100 euro per famiglie con ISEE minorenni fino a 40.000 euro (nel 2024 la maggiorazione era solo per famiglie con un figlio minore di 10 anni).

Gli importi per il 2025 sono:

  • 3.600 euro annui per nuclei familiari con ISEE minorenni fino a 40.000 euro;
  • 1.500 euro annui per nuclei familiari con ISEE minorenni superiore a 40.000 euro.

La domanda va presentata tramite procedura telematica sul portale INPS.

Assistenza qualificata

Gli operatori del Patronato Acli sono disponibili per offrirti assistenza in tutte le fasi della tua richiesta e verificare la presenza dei requisiti necessari per beneficiare delle prestazioni di Welfare per la famiglia.

Diana Lomartire

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Conversione dei permessi di soggiorno da motivi di studio a lavoro https://www.patronato.acli.it/conversione-dei-permessi-di-soggiorno-da-motivi-di-studio-a-lavoro/ Tue, 06 May 2025 08:21:44 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40209 Gli studenti non comunitari con permesso di soggiorno per motivi di studio e formazione possono svolgere un’attività lavorativa part-time fino a un massimo di 1040 ore all’anno.

Se lo studente supera il monte ore o vuole trasformare il permesso in motivi lavorativi, deve richiedere la conversione tramite il portale del Ministero dell’Interno. La gestione della pratica è competenza dello Sportello Unico per l’Immigrazione, in base alla provincia di residenza.

In presenza dei requisiti è convertibile in lavoro anche il permesso rilasciato per formazione/tirocinio a patto che il tirocinio sia stato completato.

Con le modiche intervenute con il decreto Cutro è possibile convertire il permesso per studio in lavoro autonomo o subordinato, presentando la domanda in qualsiasi momento dell’anno.

Il permesso di soggiorno per motivi di studio, formazione o tirocinio può essere convertito in un permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo. In entrambi i casi, il permesso di soggiorno deve essere valido o in fase di rinnovo.

Lo Sportello Unico, dopo aver verificato la presenza di tutti i requisiti, consegna al datore di lavoro e alla persona straniera una copia del contratto di soggiorno firmato da entrambe le parti e vidimato. Inoltre, rilascia il kit per la richiesta del permesso di soggiorno per lavoro.

È importante notare che, una volta ottenuto il permesso per motivi di lavoro, non sarà possibile rinnovarlo per motivi di studio.

 

Contatta il Patronato Acli per richiedere informazioni personalizzate e il controllo dei requisiti richiesti.

 

Marilisa Moretti

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Una possibile via d’uscita al pensionamento: Ape Sociale https://www.patronato.acli.it/una-possibile-via-duscita-al-pensionamento-ape-sociale/ Tue, 29 Apr 2025 12:46:59 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40181

Se non hai ancora maturato i requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia o anticipata, potresti aver diritto all’indennità Ape Sociale. Molte sono le vie d’uscita per andare in pensione prima, non tutte note, è opportuno affidarsi a mani esperte per valutare le soluzioni possibili, per non lasciare nulla al caso.

 

La nuova legge di Bilancio ha, infatti, prorogato fino al 31/12/2025 la possibilità di accedere all’Ape Sociale al compimento di 63 anni e 5 mesi.

Ci sono delle condizioni specifiche che bisogna rispettare per poter avere accesso all’indennità Ape Sociale, infatti i lavoratori e le lavoratrici devono appartenere ad una delle seguenti categorie:

 

 

  1. Disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale che abbiano terminato di usufruire integralmente dell’indennità di disoccupazione
  2. Disoccupati a seguito di scadenza del contratto a tempo determinato con almeno 18 mesi di lavoro negli ultimi 3 anni, che abbiano usufruito interamente dell’indennità di disoccupazione
  3. Lavoratori che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente che sia titolare di handicap in situazione di gravità (art.3 c.3 della L.104/92)

(è prevista l’estensione del diritto anche a chi assiste un familiare convivente con handicap grave entro il secondo grado, a condizione che i genitori o il coniuge del disabile abbiano compiuto 70 anni di età, o siano invalidi o deceduti)

  1. Invalidi civili, con una invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%

L’APE sociale non può essere riconosciuta nei confronti dei soggetti con riferimento ai quali sia venuto meno, alla data di decorrenza effettiva dell’APE sociale, lo status di invalido pari o superiore al 74% oppure si sia verificato il decesso dell’assistito.

  1. Lavoratori dipendenti che svolgono attività lavorative ritenute gravose da almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure da almeno sei anni negli ultimi sette.

L’accesso al beneficio è inoltre subordinato al possesso di un’anzianità contributiva che varia anch’essa a seconda delle categorie di appartenenza:

  • 30 anni di contributi per le prime 4 categorie;
  • 36 anni per i lavoratori dipendenti impegnati in attività gravose.

Per le lavoratrici madri è prevista la possibilità di ridurre tali requisiti di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di 2 anni.

L’assegno è corrisposto fino al conseguimento dei requisiti della pensione di vecchiaia ed è pari all’importo della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, comunque di importo massimo non superiore a € 1.500, ed è cumulabile con redditi derivanti solo da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui.

Consulenza personalizzata

Gli operatori del Patronato Acli sono a disposizione per verificare l’eventuale diritto a chiedere l’APE Sociale! È possibile fissare un appuntamento alla sede a più vicina.

 

Diana Lomartire

 

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GIORNATA MONDIALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO: + 3,3% INFORTUNI TRA GLI STUDENTI, C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE https://www.patronato.acli.it/giornata-mondiale-per-la-salute-e-la-sicurezza-sul-lavoro-33-infortuni-tra-gli-studenti-ce-ancora-molto-da-fare/ Thu, 24 Apr 2025 08:56:39 +0000 https://www.patronato.acli.it/?p=40159 I dati provvisori relativi agli infortuni e alle malattie professionali denunciate nel corso del 2024 resi noti nelle scorse settimane, rivelavano una lieve diminuzione degli infortuni in occasione di lavoro (- 1,9% rispetto al 2023) ma, nel contempo, un aumento degli infortuni mortali (1077 casi contro i 1029 del 2023), degli infortuni in itinere (+5% rispetto al 2023) e delle malattie professionali (+ 21,6%).

C’è ancora tanto da fare, evidenzia il Presidente del Patronato Acli Paolo Ricotti, soffermandosi anche sui dati provvisori relativi al primo bimestre 2025, già disponibili da inizio aprile: in questo caso le denunce d’infortunio in occasione di lavoro sono in diminuzione del 5,2% rispetto allo stesso bimestre del 2024, ma purtroppo risultano ancora in aumento i casi mortali (si passa dai 91 casi del gennaio-febbraio 2024 ai 97 di inizio 2025). In calo invece del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024 i casi di infortunio in itinere.

Tra gli infortuni, particolare attenzione va riservata a quelli che riguardano gli studenti, per i quali si registra un aumento del 3,3%. Trattasi di una categoria particolare di assicurati: giovani persone che non svolgono un‘attività lavorativa, ma sono tuttavia tutelati dall’Inail. Come in passato raccontato dai media, alcuni di loro hanno perso la vita nell’ambito dei percorsi formativi scuola-lavoro. Dal settembre 2023 la tutela assicurativa è stata estesa agli allievi di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, relativamente ad ogni tipo di attività nell’ambito scolastico.

Parliamo comunque dei nostri figli e quindi il massimo grado di tutela andrebbe riservato proprio a loro. Ma purtroppo, anche questo sta a dimostrare che la strada della sicurezza è ancora lunga e tortuosa. Devono probabilmente cambiare le modalità di formazione a partire proprio dalla scuola: come Patronato ACLI chiediamo da tempo che la cultura della sicurezza diventi oggetto di studio curriculare in tutte le scuole superiori.

Per quanto riguarda invece le malattie professionali, le denunce protocollate dall’Inail nel primo bimestre 2025 sono state 14.917, contro le 14.099 dello stesso periodo 2024 (+ 5,8%). Ancora in aumento dopo il 21,6% del 2024, raggiungendo il numero record di 88.499 denunce. Il Presidente Ricotti sottolinea che un dato positivo è comunque riscontrabile nel fatto stesso che tra i lavoratori stia lentamente crescendo la consapevolezza, anche grazie all’azione di sensibilizzazione dei Patronati.

A tal proposito conferma che anche all’interno del Patronato Acli sono stati introdotti processi volti all’emersione delle malattie professionali e comunque finalizzati ad informare i lavoratori che spesso i problemi di salute possono derivare dall’attività lavorativa svolta. Purtroppo, risultano ancora pochi i lavoratori a conoscenza dei diritti previsti dall’assicurazione obbligatoria Inail e quindi il fenomeno appare fortemente sottostimato; siamo fortemente impegnati in tutti i nostri sportelli ad ampliare la consapevolezza della tutela dei diritti inespressi e sconosciuti.

Anche dall’Osservatorio interno al Patronato Acli emergono i medesi dati rilevati a livello nazionale, ovvero che: per quanto riguarda le malattie professionali, le patologie maggiormente denunciate sono quelle relative all’apparato osteoarticolare (patologie degli arti superiori e inferiori e della colonna vertebrale) che da sole rappresentato il 70% delle denunce, seguite da patologie del sistema nervoso e dell’orecchio (come l’ipoacusia).

Tuttavia, i numeri registrano un aumento anche per quanto attiene le patologie tumorali. Vogliamo porre l’attenzione sulle problematiche generate dall’esposizione ad amianto, anche se il suo utilizzo è stato vietato dal 1992; l’asbesto, più comunemente conosciuto come amianto, può causare notevoli danni all’organismo umano, come neoplasie (tra le più diffuse il mesotelioma pleurico) che, nei casi più gravi, possono purtroppo portare anche al decesso.

La particolarità di tali patologie è che possono manifestarsi a grande distanza dall’esposizione (inalazione delle fibre di amianto), anche 20-40 anni; in molti casi quando si è già in pensione, o magari l’attività nociva è terminata da decenni.

La problematica sorge nel momento in cui l’amianto si deteriora e sgretolandosi genera fibre microscopiche che vengono inalate cerando problemi a partire dal sistema respiratorio, anche se gli organi bersaglio possono essere diversi. Purtroppo, l’aver cessato l’esposizione non elimina il rischio di sviluppare malattie correlate.

Il Patronato ACLI, tra gli obiettivi del 2025, ha anche quello di aiutare i lavoratori esposti a vedersi riconosciute le giuste prestazioni dall’Inail. In www.patronato.acli.it trovi la sede più vicina a te. Il giusto indennizzo è un tuo diritto!

Da 80 anni, sottolinea il Presidente Ricotti, siamo parte della storia sociale dell’Italia e da allora abbiamo accompagnato i lavoratori e le famiglie italiane anche nelle migrazioni nel mondo, la nostra azione è ben radicata nella nostra Costituzione che all’articolo 38 recita : “I lavoratori hanno diritto che siano previsti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria… Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.”. La fondazione del Patronato ACLI risale al 3 aprile 1945, su iniziativa della Presidenza centrale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiane (ACLI), nel 2025 celebriamo i nostri primi 80 anni di servizio alle persone e alle comunità.

La nostra missione si realizza nel proteggere i diritti di tutti, dei lavoratori e dei cittadini, rimuovendo gli ostacoli, generando consapevolezza e fiducia e promuovendo la coesione sociale. Insieme continueremo a tracciare il futuro per i diritti delle persone.

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