Progetto FORM@ – Seminario in Ucraina su Ricongiungimento familiare

Si è svolto il 27 settembre scorso a Leopoli (Lviv – Ucraina) il Seminario su “Ricongiungimento Familiare: Il Contesto Della Migrazione Ucraina Verso l’Italia”, promosso, all’interno del Progetto FORM@, dal Patronato ACLI e dalla Fondazione Zaporuka in partnership con il MIOK ( Istituto Internazionale di educazione, cultura e relazioni con la diaspora).

Il Seminario, svoltosi presso la prestigiosa Università di Leopoli, ha visto la partecipazione di vari docenti delle Facoltà di Sociologia, di Giurisprudenza e di Lettere, oltre le rappresentanze delle Istituzioni locali, dell’Ambasciata Italiana, delle Associazioni e dei Sindacati locali, del Patronato ACLI nazionale (per il quale è intervenuto il Direttore Generale Paolo Ferri).

Focus del Seminario è stato, quindi, l’istituto del ricongiungimento familiare così come previsto dalla normativa italiana ma in particolar modo come espressione del diritto all’unità familiare. Proprio su questa si sono soffermati vari interventi, sia di relatori che di intervenuti, in quanto è stato messo in evidenza come la migrazione divide le famiglie in quanto la partenza dei genitori porta i figli a essere affidati o ai nonni o ad altri parenti perdendo di fatto il riferimento naturale per la loro crescita. E’ anche vero, come sottolineato, che il ricongiungimento familiare potrebbe diventare involontariamente una esortazione alla migrazione depauperando di fatto il Paese di origine della forza-giovane che ne rappresenta il futuro. Di fronte al diritto all’unità familiare e al futuro di un Paese deve essere attiva l’azione propositiva della diaspora che permette ai migranti, adulti e giovani, di non perdere il legame con il Paese di origine e nello stesso tempo incentivare, una volta raggiunti gli obiettivi del progetto migratorio, anche a un possibile rientro in Patria di tutta la famiglia. Questa eventualità porterebbe inoltre anche a un maggiore legame tra il Paese di partenza e quello di arrivo. In tal senso è stato fatto anche accenno alle rimesse che i migranti inviano nel proprio Paese e si è notato come, in special modo nelle città dell’Ucraina da cui sono partiti verso l’Italia numerosi migranti (in gran percentuale donne), ci sono stati progressi nel rinnovamento urbano e negli investimenti in queste città. Questo ovviamente ha determinato un maggior benessere per tutti e un avanzamento anche negli scambi con l’Italia. Le rimesse sono preziose non solo per il valore pecuniario in se ma anche perché, appunto, sono sintomo di un desiderio di ritorno da parte di quanti sono partiti. E se è vero, come la storia delle migrazioni insegna, il ritorno spesso rimane un sogno, è altrettanto vero che proprio in Ucraina si sta assistendo a un continuo ritorno in Patria da parte di quelle donne che, dopo un lungo periodo di lavoro in Italia e dopo aver anche ricongiunto i figli ai quali hanno dato la possibilità di fare una esperienza di studio e di lavoro in Italia, vogliono tornare, con i propri figli, a essere artefici della vita del proprio Paese.

Il Progetto Form@, presentato come parte significativa di tutto questo processo, mette in rilievo l’importanza dell’apprendimento della lingua del Paese di destinazione, in questo caso l’Italia, al fine di avviare una integrazione che apra le porte alle conoscenze del Paese di accoglienza, delle sue normative come delle sue tradizioni e a viverne da protagonisti, in una sorta di scambio culturale, le vicissitudini e le evoluzioni.

Diritto all’unità familiare, apprendimento della lingua del Paese di destinazione, integrazione più attiva in questo, scambio di culture, permettono alla persona di divenire cittadino a pieno titolo di due Paese, quello di origine e quello di migrazione, creando di fatto, come ha sottolineato il Direttore Generale del Patronato ACLI, Paolo Ferri, nel suo intervento, “ un legame tra due popoli, come quello ucraino e quello italiano che, sebbene lontani fisicamente, consolidano, con il partenariato e la cooperazione, valori universali come la giustizia e la pace”.