I dati provvisori relativi agli infortuni e alle malattie professionali denunciate nel corso del 2024 resi noti nelle scorse settimane, rivelavano una lieve diminuzione degli infortuni in occasione di lavoro (- 1,9% rispetto al 2023) ma, nel contempo, un aumento degli infortuni mortali (1077 casi contro i 1029 del 2023), degli infortuni in itinere (+5% rispetto al 2023) e delle malattie professionali (+ 21,6%).
C’è ancora tanto da fare, evidenzia il Presidente del Patronato Acli Paolo Ricotti, soffermandosi anche sui dati provvisori relativi al primo bimestre 2025, già disponibili da inizio aprile: in questo caso le denunce d’infortunio in occasione di lavoro sono in diminuzione del 5,2% rispetto allo stesso bimestre del 2024, ma purtroppo risultano ancora in aumento i casi mortali (si passa dai 91 casi del gennaio-febbraio 2024 ai 97 di inizio 2025). In calo invece del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024 i casi di infortunio in itinere.
Tra gli infortuni, particolare attenzione va riservata a quelli che riguardano gli studenti, per i quali si registra un aumento del 3,3%. Trattasi di una categoria particolare di assicurati: giovani persone che non svolgono un‘attività lavorativa, ma sono tuttavia tutelati dall’Inail. Come in passato raccontato dai media, alcuni di loro hanno perso la vita nell’ambito dei percorsi formativi scuola-lavoro. Dal settembre 2023 la tutela assicurativa è stata estesa agli allievi di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, relativamente ad ogni tipo di attività nell’ambito scolastico.
Parliamo comunque dei nostri figli e quindi il massimo grado di tutela andrebbe riservato proprio a loro. Ma purtroppo, anche questo sta a dimostrare che la strada della sicurezza è ancora lunga e tortuosa. Devono probabilmente cambiare le modalità di formazione a partire proprio dalla scuola: come Patronato ACLI chiediamo da tempo che la cultura della sicurezza diventi oggetto di studio curriculare in tutte le scuole superiori.
Per quanto riguarda invece le malattie professionali, le denunce protocollate dall’Inail nel primo bimestre 2025 sono state 14.917, contro le 14.099 dello stesso periodo 2024 (+ 5,8%). Ancora in aumento dopo il 21,6% del 2024, raggiungendo il numero record di 88.499 denunce. Il Presidente Ricotti sottolinea che un dato positivo è comunque riscontrabile nel fatto stesso che tra i lavoratori stia lentamente crescendo la consapevolezza, anche grazie all’azione di sensibilizzazione dei Patronati.
A tal proposito conferma che anche all’interno del Patronato Acli sono stati introdotti processi volti all’emersione delle malattie professionali e comunque finalizzati ad informare i lavoratori che spesso i problemi di salute possono derivare dall’attività lavorativa svolta. Purtroppo, risultano ancora pochi i lavoratori a conoscenza dei diritti previsti dall’assicurazione obbligatoria Inail e quindi il fenomeno appare fortemente sottostimato; siamo fortemente impegnati in tutti i nostri sportelli ad ampliare la consapevolezza della tutela dei diritti inespressi e sconosciuti.
Anche dall’Osservatorio interno al Patronato Acli emergono i medesi dati rilevati a livello nazionale, ovvero che: per quanto riguarda le malattie professionali, le patologie maggiormente denunciate sono quelle relative all’apparato osteoarticolare (patologie degli arti superiori e inferiori e della colonna vertebrale) che da sole rappresentato il 70% delle denunce, seguite da patologie del sistema nervoso e dell’orecchio (come l’ipoacusia).
Tuttavia, i numeri registrano un aumento anche per quanto attiene le patologie tumorali. Vogliamo porre l’attenzione sulle problematiche generate dall’esposizione ad amianto, anche se il suo utilizzo è stato vietato dal 1992; l’asbesto, più comunemente conosciuto come amianto, può causare notevoli danni all’organismo umano, come neoplasie (tra le più diffuse il mesotelioma pleurico) che, nei casi più gravi, possono purtroppo portare anche al decesso.
La particolarità di tali patologie è che possono manifestarsi a grande distanza dall’esposizione (inalazione delle fibre di amianto), anche 20-40 anni; in molti casi quando si è già in pensione, o magari l’attività nociva è terminata da decenni.
La problematica sorge nel momento in cui l’amianto si deteriora e sgretolandosi genera fibre microscopiche che vengono inalate cerando problemi a partire dal sistema respiratorio, anche se gli organi bersaglio possono essere diversi. Purtroppo, l’aver cessato l’esposizione non elimina il rischio di sviluppare malattie correlate.
Il Patronato ACLI, tra gli obiettivi del 2025, ha anche quello di aiutare i lavoratori esposti a vedersi riconosciute le giuste prestazioni dall’Inail. In www.patronato.acli.it trovi la sede più vicina a te. Il giusto indennizzo è un tuo diritto!
Da 80 anni, sottolinea il Presidente Ricotti, siamo parte della storia sociale dell’Italia e da allora abbiamo accompagnato i lavoratori e le famiglie italiane anche nelle migrazioni nel mondo, la nostra azione è ben radicata nella nostra Costituzione che all’articolo 38 recita : “I lavoratori hanno diritto che siano previsti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria… Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.”. La fondazione del Patronato ACLI risale al 3 aprile 1945, su iniziativa della Presidenza centrale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiane (ACLI), nel 2025 celebriamo i nostri primi 80 anni di servizio alle persone e alle comunità.
La nostra missione si realizza nel proteggere i diritti di tutti, dei lavoratori e dei cittadini, rimuovendo gli ostacoli, generando consapevolezza e fiducia e promuovendo la coesione sociale. Insieme continueremo a tracciare il futuro per i diritti delle persone.