FAP – Seminario “Obiettivi e orizzonti”

Seminario “OBIETTIVI E ORIZZONTI”!
A vent’anni dalla Riforma Dini”:
obiettivi realizzati e problemi da risolvere per un sistema pensionistico socialmente equo e sostenibile

I lavori, coordinati da Giuseppe Altamore, Direttore della Rivista della San Paolo BenEssere,  è stato introdotto dal Segretario Nazionale della Fap Acli Serafino Zilio che nel suo intervento ha tenuto a ribadire : “ L’incontro di oggi non è un incontro commemorativo ma è un incontro che mette al centro della riflessione la traiettoria sulla quale orientare il nostro lavoro e le nostre proposte: Prima di tutto il metodo , come Fap ci siamo dati un metodo di lavoro che prevede lo studio l’analisi e poi l’azione anche concreta per provare a superare le normative che rendono il nostro sistema previdenziale ingiusto soprattutto con quelli che hanno meno tutele.”
Nella sua relazione introduttiva Il Direttore della Fap  Damiano Bettoni, dopo l’analisi su come si è giunti alla Riforma del 1995, ha rilanciato alcune piste su cui la Fap potrebbe lavorare e spendersi nei prossimi anni , soffermandosi particolarmente sul tema dell’educazione dei giovani: “ Occorre che i giovani siano messi in condizione di poter operare scelte consapevoli. La scuola, in questo senso potrebbe fare molto. E dove non arrivano le istituzioni, ben vengano i progetti attivati da alcune associazioni di volontari che si occupano di cultura previdenziale e ai quali come Fap potremmo collaborare.”

L’intervento del Ministro del Lavoro all’epoca della Riforma Dini, Tiziano Treu, è partito da un’analisi sui vincoli di una riforma delle pensioni che è stata tale in quanto una vera forma strutturale ribadendo che: ”i venti anni trascorsi dalla riforma pensionistica del 1995 hanno confermato la rilevanza di sistema dell introduzione del metodo contributivo; ma hanno segnalato anche la necessità di correzioni e integrazioni sia nella struttura pensionistica sia parallelamente in altri settori del welfare monetario” inoltre ha ribadito che: “ Le criticità del mercato del lavoro vanno affrontate anzitutto sul piano delle politiche di crescita e sull’occupazione; ma sollecitano una riflessione anche sull’attuale struttura del sistema pensionistico. Il suo impianto assicurativo, come quello di tutti i sistemi a contribuzione definita riferita alla contribuzione versata nel corso della vita, ha l’effetto di scaricare sul pensionato, il rischio derivate dall’andamento negativo dell’economia e dell’occupazione, che si riflette direttamente sulla pensione finale.”

Il prof  Mauro Marè, presidente  di Mefop, ha ribadito nel suo ampio ed articolato intervento la  preoccupazione per il livello del dibattito sui temi previdenziali,  affrontato spesso da persone che dimostrano la totale incompetenza sul tema e ha rilanciato l’idea della creazione di  “una pensione di base finanziata dalla fiscalità, che offra una rete di protezione a chi non sia riuscito ad accumulare adeguatamente per varie ragioni. Certo, vanno definite le regole di copertura e ridotti i rischi di azzardo morale . Nel corso degli ultimi 40 anni, i governi si sono ben guardati dallo spiegare il vero significato del sistema a ripartizione, dove gli attivi pagano le prestazioni dei non attivi. Poiché i contributi servono per pagare subito le prestazioni dello stesso anno, non c’è accumulazione reale, quindi per definizione nessun diritto acquisito.”

L’onorevole MariaLuisa Gnecchi con la quale la Fap si è confrontata nel corso di questo anno ha annunciato di essere la prima firmataria della proposta di Legge che Fap aveva predisposto, pur ribadendo con onestà che la proposta  riguarda solo una piccola parte del problema che si viene a creare con il contributivo puro senza correzioni. Ha segnalato che nella riforma delle pensioni normalmente tra i soggeeti penalizzati ci siano le donne: Le donne in passato si ritiravano quasi sempre dal lavoro con la pensione di vecchiaia, che fino al 31 dicembre 2011 era di 60 anni. Poi il ministro Fornero l’ha innalzata di due anni in una notte. Nella realtà poiché nessuna donna compie due anni in una notte, tutte si sono trovate a dover aspettare almeno quattro anni. È stata una riforma giocata interamente contro le donne. Tutta la scorsa legislatura del resto è stata caratterizzata dal fatto di essere contro le donne.”

Andrea Luzi membro della presidenza nazionale delle Acli con la delega all’Wefare  ha illustrato la ricerca azione che sarà svolta dalle Acli e da Fap:
Il progetto di Ricerca-Azione ha l’obiettivo di sviluppare una riflessione intorno a un nuovo modello di Welfare State, individuando e diffondendo buone prassi sociali che restituiscano centralità agli anziani, non solo rispetto alle loro esigenze, ma anche rispetto alla (ri)creazione di un tessuto di sostegno che li veda come destinatari di interventi e soprattutto come attori di un sistema. In questa ottica di riforma del modello di welfare, potrebbe essere utile promuovere strumenti e interventi ispirati ad un moderno mutualismo. Si tratta, nel lungo periodo, di offrire strumenti orientati ai valori più alti della solidarietà e dell’altruismo. Occorre, inoltre, pensare in maniera intelligente a come utilizzare risorse non solo pubbliche per far fronte ai nuovi bisogni”

Ha concluso il Seminario il Presidente delle Acli Gianni Bottalico che, ha ribadito: “ appare chiaro che una correzione della riforma previdenziale in senso sociale come quella che auspichiamo, implica nel contempo un cambio non superficiale delle politiche economiche e monetarie attuali. Se non vogliamo avere i conti in ordine e ritrovarci con il caos sociale, dobbiamo ricondurre alla loro giusta dimensione le preoccupazioni di carattere contabile, perché prima vengono le persone, prima viene la solidarietà, il diritto di tutti di vivere con dignità, poi vengono i bilanci.”

(Fonte sito FAP ACLI)