Pensionati INPS all’estero: adeguamento al costo della vita solo per il trattamento minimo

La perequazione automatica è il meccanismo che consente l’adeguamento delle pensioni al tasso di inflazione, garantendone così il mantenimento del reale potere d’acquisto. 

A partire dal 2025, l’incremento delle pensioni sarà regolato da norme che prevedono il ritorno al meccanismo a fasce differenziate. In concreto, con questo sistema di rivalutazione, all’importo della pensione fino a quattro volte il trattamento minimo verrà applicato l’intero tasso di rivalutazione previsto nella misura dello 0,80%. Per le pensioni di importo compreso tra quattro e cinque volte il trattamento minimo, si applicherà un tasso di rivalutazione dello 0,72%, mentre per le pensioni di importo superiore a cinque volte il trattamento minimo, si applicherà una rivalutazione dello 0,60%. 

Per i pensionati italiani residenti all’estero, questo aumento non verrà applicato. La legge di bilancio del 2025 ha stabilito di escludere “in via eccezionale” tali pensionati dall’adeguamento al costo della vita. Di conseguenza, i trattamenti pensionistici superiori al trattamento minimo INPS, erogati ai pensionati residenti all’estero, non saranno soggetti a rivalutazione annuale. 

Il trattamento minimo ammonta a 598,61 euro, la Legge di Bilancio 2025 introduce una rivalutazione aggiuntiva pari al 2,2% per lo stesso anno, portando l’importo minimo a 616,67 euro. Inoltre, per il 2025 è previsto un aumento di 8 euro mensili per 13 mensilità a favore dei soggetti che percepiscono l’assegno sociale e hanno almeno 70 anni di età. 

Chi vive all’estero e ha una pensione uguale o inferiore al trattamento minimo (598,61 €, anno 2024) riceverà un aumento dello 0,8%, oltre a un aumento straordinario del 2,2% sul valore del trattamento minimo. Questo significa che le pensioni minime aumenteranno fino a 616,67 euro. 

 

Alessandro Milani