Storie di Ricongiungimento Familiare: Carla, operatrice a Milano

Opera, assisti, aiuta: questo potrebbe essere un motto che ben descriverebbe il sentimento che ogni giorno, da anni, muove Carla, responsabile dell’Ufficio Immigrazione del Patronato ACLI di Milano, e i 14 operatori di molte nazionalità (non solo italiani, ma anche eritrei, filippini, albanesi, costaricani) che lavorano con lei. A coadiuvare gli operatori, un gruppo di 15 volontari, anch’essi di varia provenienza geografica.

Prima di diventare operatori o volontari, le persone straniere che operano presso il mio patronato sono state protagoniste di un percorso migratorio conclusosi positivamente. È anche per questo che crediamo fermamente nel lavoro che svolgiamo presso l’Ufficio Immigrazione ed è anche per questo che abbiamo accolto con entusiasmo il Progetto Form@, mirato al ricongiungimento familiare”, racconta Carla.

La vera spinta per Carla e i suoi colleghi deriva dalla solida volontà di dedicarsi agli altri, facilitando le famiglie nel cammino verso una ritrovata unione: “Fin dall’inizio, dal punto di vista amministrativo, questo progetto agevola il disbrigo delle pratiche presso le autorità locali, senza tralasciare il supporto psicologico di cui i richiedenti necessitano”. Form@, inoltre, provvede a formare linguisticamente e culturalmente le persone prossime a riabbracciare i propri congiunti nel paese di destinazione. “Ritengo che questo aspetto sia significativo perché facilita sia le realtà italiane, come scuola, sistema sanitario, autorità locali, che saranno coinvolte nel processo di integrazione dello straniero, sia il migrante stesso che, al suo arrivo in Italia, conoscerà già la nostra società e il nostro sistema di diritti e doveri”, sostiene Carla.

L’attività svolta dall’Ufficio Immigrazione del Patronato ACLI Provinciale di Milano è la medesima portata avanti da molti altri centri dislocati lungo la penisola che, insieme, vanno a costituire un patrimonio straordinario di risorse la cui valorizzazione può contribuire in modo importante all’integrazione, al contrasto dei processi di esclusione, alla serenità di familiari che per troppo tempo hanno conosciuto la sofferenza di sentimenti spezzati. Una serenità che, dunque, riempie l’animo di chi intraprende il percorso di ricongiungimento e che fa nascere spontanea la riconoscenza verso chi ha operato per loro, assistito loro, aiutato loro. Come testimonia commossa Carla: “Da uno dei nostri assistiti, ho ricevuto in dono una poesia in rima, che ben esprime i sentimenti di chiunque intraprenda il percorso di ricongiungimento familiare. ‘Dobbiamo solo avere pazienza tutti noi / Riusciremo a rendere il sogno vero, prima o poi / Il Progetto Form@ ci unirà / Presto ascolterai davvero la parola papà‘, diceva”.

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