Arriva l’estate: quali regole per il lavoro stagionale dopo la riforma del contratto a termine?

Il lavoro stagionale è un particolare tipo di contratto a tempo determinato con diverse peculiarità, per esempio riguardo alla durata massima, ai rinnovi, alle proroghe e al diritto di precedenza nelle nuove assunzioni.

Con la definizione “lavoro stagionale” si indicano attività temporanee che si svolgono in determinati periodi dell’anno e sono regolate dalla legge o dai contratti collettivi.

Questa tipologia di contratto presenta delle differenze rispetto alla generalità dei contratti a tempo determinato: la durata massima di un contratto a termine è di 24 mesi, ma questo limite non vale per quelli di tipo stagionale.

Normalmente un contratto a termine può essere rinnovato o prorogato dopo i primi 12 mesi solo in presenza di alcune causali, mentre i contratti stagionali sono rinnovabili o prorogabili liberamente.

Dopo un contratto a termine, normalmente deve trascorrere un periodo minimo di 10 o 20 giorni per poter riassumere un lavoratore a tempo determinato. Questo intervallo minimo non è richiesto per i contratti stagionali.

Dal punto di vista numerico un datore di lavoro può assumere lavoratori a termine fino ad un massimo del 20% dei contratti a tempo indeterminato stipulati. Anche questo limite non vale per i lavoratori stagionali.

Infine, un lavoratore stagionale ha diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni a tempo determinato da parte dello stesso datore di lavoro per le stesse attività stagionali. Per saperne di più, per verificare la correttezza del tuo contratto di lavoro, fissa un appuntamento presso la sede del Patronato Acli più vicina a casa tua.

Alberto Meli