Colf, baby-sitter e badanti: quale inquadramento contrattuale?

Quando ci si trova a dover assumere un lavoratore domestico, fra le prime questioni da affrontare c’è quella di individuare il corretto livello di inquadramento contrattuale, anche al fine di evitare futuri contenziosi.

A tal proposito è necessario porsi queste semplici domande:

1) il lavoratore dovrà occuparsi solo delle pulizie della casa, del giardino e della cura degli animali domestici, oppure la sua mansione principale sarà quella di assistere una persona?

2) Se dovrà assistere un familiare, considerato che una persona può essere definita autosufficiente quando è in grado di svolgere da sola tutte le attività della vita quotidiana (mangiare, lavarsi, deambulare), la domanda successiva sarà: il mio caro può essere considerato autosufficiente oppure no?

Dopo aver risposto a questi interrogativi, può essere utile per il datore di lavoro conoscere a titolo esemplificativo le varie tipologia di inquadramento, valide a seconda della prestazione lavorativa offerta:

– con il livello A e AS, solo il lavoratore senza esperienza;

– con il livello B, la colf:

– con il livello BS, l’assistente a persona autosufficiente e la baby sitter;

– con il livello CS, l’assistente a persona non autosufficiente, cioè la badante;

– con il livello DS, l’assistente a persona non autosufficiente che abbia una formazione specifica e un titolo riconosciuto nell’area dell’assistenza alla persona.

Per completezza è necessario sapere che il CCNL individua otto diversi livelli di inquadramento (CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico – art. 10 e ss ): A, AS, B, BS, C, CS, D e DS.

È necessario porsi anche un altro quesito: ho bisogno che il lavoratore sia presente solo durante il corso della giornata o anche di notte?

La risposta a questa domanda è fondamentale per stabilire quale paga bisogna prendere come riferimento fra quelle presenti in tabella: nel caso dei lavoratori conviventi lo

stipendio da considerare è quello mensile, negli altri casi deve essere quello orario, moltiplicato per il numero di ore lavorate.

Come in ogni altro contratto collettivo, a diverso inquadramento corrisponde una diversa retribuzione. Non è corretto riconoscere ad una lavoratrice una paga, anche se frutto di una contrattazione fra le parti, se questa è al di sotto delle cifre previste dalle tabelle del CCNL dei lavoratori domestici.

Antonia Lolli