Lavoratori comunitari sempre più tutelati, in arrivo Autorità Lavoro

Il numero di lavoratori europei “mobili” da un Paese all’altro è raddoppiato dal 2008, per un totale di 17 milioni di persone, che per accedere alla previdenza sociale o vedere riunificati i propri contributi pensionabili, affrontano lunghe e spesso faticose trafile burocratiche.

Il 13 marzo la Commissione Ue ha pubblicato una proposta legislativa per la creazione di un’Autorità per il Lavoro, in seguito al vertice europeo dedicato alle politiche sociali.

È un primo gradino verso il riconoscimento effettivo della mobilità dei cittadini europei sul territorio comunitario.

Tre gli obiettivi principali dell’Autorità: fornire informazioni sulle opportunità professionali o curriculari (stage, post lauream, …) ai cittadini comunitari che intendano spostarsi dal Paese di origine unitamente ad altre più pratiche sui diritti/doveri dei lavoratori nello Stato in cui ci si deve recare per lavoro; garantire maggiore cooperazione in materia di tutela dei lavoratori tra gli Stati Membri, stabilendo meccanismi di controllo e regolamentazione della mobilità comunitaria; offrire un luogo in cui risolvere controversie e dispute comunitarie in tema di lavoro e mobilità.

Secondo la proposta operativa Ue, questa Auotirtà per il Lavoro – 140 dipendenti e un bilancio previsto di 50 milioni di euro annui – sarà costituita entro il 2019, grazie anche al pool di consulenti in materia, già ingaggiato dall’esecutivo comunitario.

Secondo goal raggiunto sempre il 13 marzo è il progetto di regolamentazione comunitaria dell’accesso e protezione sociale per i lavoratori autonomi e dipendenti. Dai calcoli dei tecnici di Bruxelles, oltre il 40% dei lavoratori comunitari ha contratti di lavoro atipici, ai quali corrisponde un trattamento di previdenza sociale non adeguato alla flessibilità del mondo del lavoro.

Questo progetto dedicato alle forme di previdenza sociale si pone come obiettivo proprio di tutelare e facilitare il trattamento previdenziale, rendendolo anch’esso flessibile da un lavoro all’altro e da un Paese all’altro.

Grazie a questo progetto, Bruxelles vuole coprire sei aree di previdenza sociale, colmando lacune e differenze di trattamenti previdenziali, che si riscontrano tra i Paesi comunitari. Disoccupazione, malattia, maternità/paternità, invalidità, pensione e incidenti saranno i caposaldi delle garanzie di questo progetto di previdenza sociale comunitaria.