Lavoro domestico: la malattia e i giorni retribuiti

In caso di malattia la lavoratrice deve avvertire tempestivamente il datore di lavoro; se è assunta ad ore deve anche consegnargli il certificato medico o il numero di protocollo.

Per i lavoratori conviventi invece non è necessario l’invio del certificato a meno che non sia richiesto dal datore di lavoro.

Chi paga? 

La malattia è esclusivamente a carico della famiglia. L’INPS non paga alcuna indennità, perciò non è necessario comunicargli l’evento.

In che misura e per quanto tempo?

Il datore di lavoro deve retribuire la dipendente nella misura del 50% per i primi 3 giorni di malattia e del 100% per i successivi e fino ad un limite massimo, che varia in base all’anzianità di servizio maturata presso la famiglia (cfr. tabella).

Superati questi limiti, la malattia è considerata assenza non retribuita.

La lavoratrice ha anche diritto a conservare il suo posto di lavoro per un certo periodo.

 

Anzianità di servizio Giorni retribuiti Conservazione del posto
fino a 6 mesi 8 10
da più di 6 mesi a 2 anni 10 45
oltre i 2 anni 15 180

 

Il periodo di conservazione del posto è aumentato del 50% se la malattia è oncologica.

L’intervento della Cas.sa. Colf

In alcune circostanze, come in caso di ricovero ospedaliero, la lavoratrice può presentare richiesta alla Cas.sa. Colf per ottenere, se sono stati versati i relativi contributi, delle prestazioni economiche e il rimborso delle spese sanitarie sostenute.

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Roberta Pietroni