La crisi economica ha colpito soprattutto loro, i piccoli imprenditori: Luigi aveva un’azienda nel settore della tappezzeria che è stato costretto a chiudere nel 2006.
«Ho 67 anni ma ho cominciato a lavorare da piccolissimo, ricordo che mio padre mi portava già a 7 anni da un calzolaio, dopo la scuola, per imparare il mestiere e dare una mano».
Da allora Luigi non si è mai fermato, tanto da arrivare ad aprire una bottega artigianale tutta sua nel settore della tappezzeria. «Il negozio andava bene, avevo i miei giri, la clientela fissa…poi purtroppo è arrivata la crisi ed è diventato tutto più difficile».
Quando ha capito che non poteva più andare avanti con l’attività ha deciso di chiudere: «Non volevo passare il resto della mia vita a restituire soldi, così, invece di restare a galla magari chiedendo prestiti a destra e sinistra, mi sono fatto due conti, ero in pari con i fornitori, non avevo debiti e così ho chiuso bottega».
Dal giorno della chiusura del negozio Luigi vive arrangiandosi.
«Mi sono rivolto alla Caritas che mi ha aiutato moltissimo, poi sono riuscito a fare qualche lavoretto, alcuni clienti mi chiamavano ancora».
Nel 2017 rientra tra i beneficiari dell’Ape social finché non entra in vigore la nuova Quota 100: «Finalmente vivo con più tranquillità, per me è importante sapere di potere contare su un mensile fisso».
Luigi non ha figli, ma tanti nipoti a cui ora può dedicarsi ed è un volontario della Caritas cittadina, dove distribuisce generi alimentari e vestiti ai poveri.
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