Hai mai pensato che alcune delle tue patologie potrebbero essere causate dal lavoro che hai svolto? Se hai lavorato per anni in condizioni di rischio, come movimentazione di carichi, esposizione a rumore, polveri o fumi, posture incongrue o movimenti ripetitivi, potresti soffrire di malattie professionali.
Per malattia professionale si intende una patologia che ha una relazione causale con l’attività lavorativa svolta. Può accadere che un lavoratore abbia più di una malattia professionale, soprattutto se riguardano l’apparato muscolo scheletrico.
In questi casi, è importante inoltrare delle domande di riconoscimento di malattia professionale all’Inail, per ogni patologia. L’Inail valuterà le tue domande e, in caso di accoglimento, quantificherà il danno alla tua salute. Le singole percentuali di danno saranno poi unificate, per arrivare a una percentuale complessiva e a un indennizzo economico.
Un esempio concreto è quello di Davide, che si è rivolto al Patronato Acli per capire come tutelarsi. Davide ha sempre lavorato come carpentiere edile e soffriva di varie patologie: ernia discale, sindrome del tunnel carpale per entrambe le mani e un’epicondilite al gomito destro.
Con la nostra assistenza, ha presentato delle domande di malattia professionale per tutte le sue patologie. L’Inail ha riconosciuto l’origine professionale di tutte le patologie e ha quantificato il danno biologico: 8% per l’ernia discale, un 2% per ciascuna sindrome del tunnel carpale e un 2% anche per l’epicondilite. L’unificazione dei postumi ha portato a una percentuale complessiva del 13% e a un indennizzo economico pari a oltre 22.000 euro.
Proteggi i tuoi diritti
Se anche tu ritieni che una o più patologie siano riconducibili al lavoro che hai svolto, non esitare a contattare il Patronato Acli. Siamo a tua disposizione per una consulenza personalizzata.
Puoi anche fissare un appuntamento in autonomia, direttamente dal nostro sito web, nella sezione Prenota il tuo Appuntamento.
Non perdere tempo, verifica la tua situazione e tutela la tua salute.
Massimo Calestani