“Pace contributiva”: quanto costa e come funziona questa tipologia di riscatto?

Costruirsi un futuro pensionistico adeguato è sempre più difficile: la cosiddetta “pace contributiva” può essere di aiuto perché con essa è possibile riscattare i periodi per i quali non esiste alcuna contribuzione versata.

Questa nuova tipologia di riscatto può essere richiesta dagli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, alla gestione separata e agli iscritti presso le gestioni sostitutive ed esclusive dell’assicurazione obbligatoria, che non siano titolari di pensione.
Essa è compatibile anche con la richiesta di riscatto di laurea “agevolato”, altra novità del 2019.

I requisiti per poter chiedere il riscatto dei contributi sono molto semplici:

– non bisogna avere contribuzione previdenziale, né obbligatoria e né figurativa (ad esempio servizio militare), sia in Italia che all’estero, al 31 dicembre 1995. Nel caso in cui, definito il riscatto, venissero accreditati contributi previdenziali a vario titolo (obbligatorio, figurativo, da riscatto) antecedenti al 1° gennaio 1996, il riscatto viene annullato.

– non bisogna essere titolare di pensione “diretta” (di vecchiaia, anzianità, invalidità o inabilità) ma, se si è titolari di pensione “indiretta” (reversibilità o pensione ai superstiti), è possibile chiedere il riscatto per incrementare la posizione assicurativa del defunto. 

Quanti anni si possono riscattare?

È possibile riscattare, fino ad un massimo di cinque anni, i periodi non coperti da contribuzione dal 1° gennaio 1996 al 29 gennaio 2019.

Quanto costa?

L’onere del riscatto, per il 2019, è di 5.240 euro per ogni anno. Il 50 % dell’onere è deducibile dall’imposta IRPEF in 5 anni, con importi uguali per ogni anno (come nel caso delle spese inerenti le ristrutturazioni o il risparmio energetico), quindi il vantaggio fiscale è molto interessante.

Il riscatto può essere versato in unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili (dieci anni) con un importo minimo di 30 euro a rata, senza applicazione di interessi per la rateizzazione.

Come si chiede il riscatto “pace contributiva”?

La presentazione della domanda di riscatto è limitata al triennio 2019 – 2021. Per i lavoratori del settore privato, la domanda di riscatto può essere presentata anche dal datore di lavoro dell’assicurato, destinando a tal fine i premi di produzione spettanti al lavoratore.
In tal caso, l’onere versato è deducibile dal reddito di impresa e da lavoro autonomo e, ai fini della determinazione dei redditi da lavoro dipendente del lavoratore, l’importo versato non viene considerato nel reddito imponibile ai fini IRPEF indicato nella Certificazione Unica.

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Raffaele DE LEO