PENSIONI 2019: Mauro, scelgo Quota 100 per stare con la famiglia

Qualche dettaglio da limare ma l’impianto della nuova legge che modificherà l’accesso alle pensioni in Italia sembra ormai essere chiaro: 62 anni di anzianità e 38 anni di contributi i requisiti minimi per accedere al provvedimento denominato Quota 100.
Mauro C., 63enne con 40 anni di lavoro alle spalle nel settore industriale, si era rivolto al Patronato Acli già nei mesi scorsi per accedere all’Ape volontaria, il prestito oneroso per anticipare l’entrata in pensione  una volta raggiunti i 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
“Secondo i calcoli degli operatori – ci racconta Mauro – avrei dovuto rinunciare a circa il 25% dell’assegno pensionistico nei primi tre anni e a circa il 20% per tutto il resto della pensione, ma era una scelta che avrei fatto volentieri e che ho rimandato solo perché nel frattempo le possibilità che Quota 100 diventasse legge si facevano sempre più concrete”.
Oggi Mauro è tornato presso gli sportelli del Patronato Acli perché la sua situazione lavorativa gli permette di andare in pensione già con la prima finestra prevista dal provvedimento denominato Quota 100, quella cioè del primo aprile 2019.
Rispetto all’Ape volontaria avrà sicuramente un assegno più alto, non dovendo restituire all’Inps i soldi del prestito oneroso; conseguirà un importo inferiore all’assegno che avrebbe maturato se avesse continuato a lavorare fino al termine stabilito dalla Legge Fornero e inoltre non potrà accettare eventuali proposte di lavoro, essendo vietato il cumulo fino a 5.000,00 euro.
“È una scelta che faccio consapevolmente – racconta ancora Mauro -  perché dopo 40 anni di lavoro mi vorrei riposare, godermi la nuova vita da nonno con il nipotino appena nato e dedicarmi ai miei hobby insieme a mia moglie”.