PREMIO SATTA, L’INTERVISTA AL PROF. STEFANO GIUBBONI

Il Patronato Acli, per onorare la memoria di Salvatore Satta e per promuovere lo studio e la ricerca delle nuove generazioni sui temi della previdenza sociale promuove un premio per la miglior tesi di laurea nella materia.
Il premio è rivolto ai laureati di atenei nazionali che hanno conseguito una laurea magistrale/specialistica, magistrale a ciclo unico nel periodo compreso tra il 15 dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021 inclusi, nonché chiunque abbia conseguito nel medesimo periodo titoli di studio equipollenti in un Paese straniero, comunitario o extracomunitario, discutendo un elaborato sulle tematiche indicate, che riguardano appunto la materia previdenziale.
A decidere la tesi che si aggiudicherà un premio pari a 5.000 euro il voto di un Comitato Scientifico presieduto dal Prof. Stefano Giubboni che abbiamo intervistato.

Professore cosa l’ha spinta a entrare nel Comitato Scientifico del premio?
La ragione principale risiede quasi nel bisogno avvertito sul piano personale e sul piano del dovere quasi istituzionale di ricordare la figura di Salvatore Satta che ha dato contributo importantissimo alla crescita del Patronato e di tutte le competenze tecniche e dei saperi necessari a migliorare la vita delle persone. L’altra ragione è quella di favorire la diffusione dello studio della previdenza sociale ed è per questo che il premio si rivolge agli studenti delle magistrali. Vogliamo incoraggiare l’assegnazione di tesi di laurea in materia previdenziale, sia da parte dei professori del diritto previdenziale ma anche da parte degli altri studiosi. Il premio, infatti, si rivolge anche a lauree che affrontano la previdenza dal punto di vista economico, politologico e sociologico

Oggi secondo lei si parla abbastanza di previdenza oppure c’è bisogno di aprire una discussione pubblica?
Sulla previdenza io registro, e non da oggi, una situazione paradossale. Da un lato la previdenza sociale, in senso ampio, quindi politiche pensionistiche ma anche politiche di welfare, ha una grande rilevanza nella vita di ognuno e in questi ultimi mesi io ho anche preso parte a tante discussioni a livello istituzionale, quindi ha un rilievo assoluto a livello di discussione pubblica; dall’altra parte però, e qui c’è una scissione, io noto che gli studi in ambito previdenziale non hanno una collocazione adeguata. Se guardo in particolare alle facoltà giuridiche vedo che il Diritto previdenziale è materia secondaria e facoltativi. Anche negli altri ambiti economici e politici non riceve questa importanza, ed è una scissione, perché c’è troppa marginalità. Mi auguro che il Premio Satta sia un primo passo proprio per cambiare questa situazione.

Guardando al futuro?
Il Premio potrebbe diventare poi una borsa di studio e spingere verso l’istituzione di percorsi professionali più strutturati per formazione di figure professionali, di cui ora c’è estremamente bisogno. Insomma da qui credo si possa davvero fare qualcosa di importante per migliorare la previdenza in Italia e per questo ringrazio il Patronato Acli di avermi coinvolto.

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