Quanto incide sulla pensione la contribuzione figurativa della disoccupazione?

I lavoratori che utilizzano lo “scivolo” della Naspi per raggiungere la pensione, e che quindi hanno gli ultimi periodi lavorativi coperti dalla contribuzione figurativa della disoccupazione, si chiedono quanto questa incida sull’importo economico della pensione stessa.
La legge ha introdotto infatti un limite alla contribuzione figurativa inerente il periodo di Naspi. Questo tipo di contribuzione è rapportata alla base retributiva di calcolo della Naspi (le retribuzioni medie degli ultimi 4 anni) ma viene fissato un tetto pari a 1,4 volte la misura massima mensile della Naspi.
Tale norma incide solo sui lavoratori le cui retribuzioni medie mensili siano superiori a 1.860,26 euro per l’anno 2019, riconoscendo loro quindi una contribuzione più bassa rispetto a quella che sarebbe stata attribuita senza il limite del tetto.
Chi aveva retribuzioni più alte rispetto a quella della Naspi, dovrà attendersi degli effetti sull’importo della pensione a seconda del sistema di calcolo.
Per i lavoratori che avranno un calcolo con il meccanismo contributivo, il tetto massimo della contribuzione figurativa determinerà una penalizzazione dell’assegno, in quanto sarebbe stato ottenuto in assenza della misura.
Per i lavoratori il cui assegno pensionistico sarà calcolato con il metodo retributivo, è stato introdotto un apposito meccanismo di salvaguardia: questo consente di “neutralizzare” le retribuzioni relative al periodo di contribuzione figurativa (per i quali viene applicato il tetto sopra citato) qualora siano di importo inferiore alla retribuzione media pensionabile ottenuta in assenza di esse.
Le settimane di contribuzione figurativa della Naspi sono utili per completare sia il requisito contributivo necessario per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata, a condizione che si siano raggiunti comunque un minimo di 35 anni di contribuzione (con l’esclusione della contribuzione derivante dalla disoccupazione, dalla malattia e dall’infortunio).
Ricordiamo inoltre a coloro che sono nel sistema contributivo puro, cioè con contribuzione versata dal 1996 in poi, che i periodi di disoccupazione non possono essere utilizzati per il raggiungimento dei 20 anni di contributi necessari per andare in pensione a 64 anni e nemmeno per il raggiungimento dei 5 anni, necessari per ottenere la pensione di vecchiaia a 71 anni.

 

Katia Marazzina