La norma Quota 100, diventata ormai pienamente legge dello Stato, prevede alcune differenze tra i lavoratori del settore privato e quelli della Pubblica Amministrazione che desiderano andare in pensione in anticipo.
Nel precedente articolo abbiamo parlato del settore privato, oggi dei dipendenti pubblici.
I requisiti per andare in pensione con quota 100 sono: un’età pari o superiore ai 62 anni ed una anzianità contributiva pari o superiore a 38 anni, raggiungibile anche cumulando contributi versati in altre gestioni, fatta eccezione per i contributi versati nelle casse dei liberi professionisti.
Non ci sono quindi differenze tra dipendenti pubblici e privati per quanto riguarda i requisiti.
DECORRENZA PENSIONE
Al fine di consentire il regolare svolgimento dell’attività amministrativa, sono invece applicate al dipendente pubblico differenti regole per quanto riguarda la decorrenza della pensione con quota 100.
Il dipendente pubblico che ad oggi, 29 gennaio 2019, ha raggiunto i requisiti minimi potrà, se lo desidera, ottenere la pensione a partire dal 1° agosto 2019.
Agli insegnanti e al personale ATA è data la possibilità di presentare le proprie dimissioni entro il 28 febbraio 2019, perchè la finestra d’uscita è unica ed è già scaduto il termine per rassegnare le dimissioni e smettere di lavorare alla fine dell’anno scolastico in corso.
Chi raggiunge i requisiti nel periodo che va dal 30 gennaio 2019 al 31/12/2021 avrà diritto alla pensione decorsi 6 mesi.
Anche per i dipendenti pubblici non si decade dal diritto alla pensione quota 100 se la domanda non viene presentata entro determinate scadenze: trascorsi 6 mesi dal raggiungimento dei requisiti sarà possibile accedere alla pensione quota 100 in qualsiasi momento, anche dopo il 31 dicembre 2021.
LIQUIDAZIONE TFS
Il dipendente pubblico che accede alla pensione quota 100, per poter ottenere la liquidazione di fine servizio deve seguire le normali regole: cioè attendere la maturazione del normale diritto alla pensione ed il periodo di sospensione previsto.
Ha inoltre la possibilità di chiedere un finanziamento per ottenere in anticipo l’importo della liquidazione spettante, nel limite massimo di 30.000.
Ad oggi non si conoscono ancora termini e costi, per i quali bisognerà attendere ulteriori comunicazioni.
Vista la necessità di rassegnare le dimissioni con un preavviso di 6 mesi, entro il 28 febbraio per Scuola e AFAM, se si intende fruire della prima decorrenza utile è opportuno valutare subito la propria situazione.
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Leggi l’articolo che parla del settore privato.
Irene Turelli